Autore Redazione
lunedì
8 Giugno 2020
10:20
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Cronaca - Alessandria

Confcommercio: “Pericolo criminalità. Malavita tenta di impadronirsi di imprese in difficoltà”

Confcommercio: “Pericolo criminalità. Malavita tenta di impadronirsi di imprese in difficoltà”

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Ascom Confcommercio della provincia di Alessandria ha lanciato l’allarme sulla condizione delle imprese, dopo il lockdown. Carenza di liquidità e crollo dei consumi stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di più del 60% delle imprese del commercio e della ristorazione; un altro 30% indica come principale ostacolo, in questo periodo, quello della burocrazia, ma c’è anche un preoccupante 11% delle imprese che segnala la criminalità come un ulteriore pericolosissimo ostacolo alla svolgimento della propria attività.

Secondo una indagine di Format Research sull’infiltrazione della criminalità organizzata nelle imprese del commercio e della ristorazione durante e dopo il lockdown, realizzata da Confcommercio in collaborazione con Format Research, infatti, il 10% degli imprenditori risulta esposto all’usura o a tentativi di appropriazione anomala dell’azienda ed il 20% degli imprenditori si dice molto preoccupato per il verificarsi di questi fenomeni nella propria zona.

“E’ molto preoccupante – dichiara Vittorio Ferrari, presidente provinciale di Confcommercioveder comparire la criminalità tra i principali ostacoli all’attività di impresa: crediamo sia lo specchio, purtroppo molto veritiero e drammatico, della reale situazione in cui versano le imprese. Perché lo spazio la criminalità se lo apre quando le aziende non trovano altre strade, altre soluzioni. Per questo sin dall’inizio della crisi abbiamo raccolto con grande attenzione ogni sollecitazione sul tema che ci è pervenuta dalla Prefettura e dalle Forze dell’Ordine, ovviamente molto attente a tale pericolo, e da subito abbiamo aperto in Associazione uno Sportello di Accompagnamento alla richiesta di Liquidità, affinché le imprese potessero trovare un luogo sicuro, nel quale provare a trovare risposte e soluzioni ai problemi di liquidità. E’ ovvio però che perché Sportelli come questo funzionino realmente, sono necessari strumenti efficaci, in grado di dare una risposta concreta alle reali esigenze delle imprese”.

Questi gli ostacoli all’attività d’impresa durante l’emergenza sanitaria

 

Liquidità e credito 30.7 %
Calo dei consumi 29.9 %
Burocrazia 15%
Costi della riapertura 13.3 %
Criminalità 11.1%

 

Quanto è ritenuto grave il problema dell’esposizione delle imprese del commercio al dettaglio, dei bar, dei ristoranti al rischio dell’usura in questa fase di crisi economica senza precedenti?

Quanto è ritenuto grave il problema dell’esposizione delle imprese al pericolo di dover cedere alla malavita il proprio bar, il proprio ristorante, il proprio negozio, la propria impresa?

Da queste risposte si evince che il 59.4% degli intervistati ritiene grave (molto grave o abbastanza grave) il problema dell’esposizione delle imprese dei settori rappresentati al rischio dell’usura ed il 59.2% ritiene grave (molto o abbastanza) il problema dell’esposizione degli imprenditori al pericolo di dover cedere alla malavita il proprio bar, il proprio ristorante o il proprio negozio.

“E’ un grido d’allarme che non può essere ignorato – commenta il Presidente Confcommercio provinciale Vittorio Ferrari -: significa che la crisi è forse anche più drammatica di quel che pensa l’opinione pubblica e che le soluzioni, le misure di aiuto e sostegno, come ripete la nostra associazione da mesi, per quanto forse nate con la giusta impostazione, si sono fino ad oggi rilevate troppo inefficaci dal punto di vista della loro applicazione concreta e, di conseguenza, dell’efficacia. A tal proposito occorre ad esempio riflettere sulla variabile delle tempistiche, che sono tutt’altro che indifferenti nel decretare o meno l’efficacia di un intervento: alle aziende la liquidità serve ora, anzi: serve da due mesi, non tra tre mesi. Occorre dunque fare prestissimo, perché il tempo davvero ci sta venendo a mancare ed i rischi, poi, come questa indagine di Confcommercio dimostra, si moltiplicano”. 

Che cosa dovrebbe fare un imprenditore trovandosi in una delle situazioni analizzate (usura o tentativo di acquisizione della propria impresa da parte della malavita)?

“Il problema – conclude il Presidente Ferrari – è serio, come si comprende molto chiaramente da questi dati, anche se conforta che per il 67.4% delle imprese l’azione delle Forze dell’ordine e della Magistratura, per contrastare l’azione della criminalità contro le imprese sia molto o abbastanza efficace, così come il 66%  ritiene molto o abbastanza efficaci le diverse forme di collaborazione in atto tra Autorità centrali e locali, tra Forze dell’Ordine e Magistratura da una parte e associazioni di categoria degli imprenditori dall’altra. Noi, come associazioni, ci sentiamo addosso la responsabilità di essere le “sentinelle del territorio” in tal senso. A livello nazionale poi, la nostra Confcommercio è da anni impegnata nella battaglia per la legalità e la sicurezza ed in questo periodo di crisi, in cui il rischio è notevolmente cresciuto, il lavoro del nostro Settore per la Legalità e la Sicurezza, in particolare sul tema delle infiltrazioni criminali e dell’usura, si è particolarmente intensificato”.

Di seguito, con le parole di Anna Lapini, delegata per Confcommercio nazionale per la legalità e la sicurezza, illustriamo il ruolo di Confcommercio quale antenna di monitoraggio e sentinella territoriale ed indichiamo alcuni degli “Alert” che devono necessariamente far alzare la soglia dell’attenzione, perché possono essere la spia di un fenomeno criminale.

Confcommercio antenna di monitoraggio e sentinella del territorio

“Le infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico è un tema sul quale Confcommercio ha un’attenzione particolare, e non da oggi.  Per questo motivo il Ministero dell’Interno ha indicato le organizzazioni di categoria, citando anche Confcommercio e le buoni prassi già realizzate a livello nazionale, quali interlocutori privilegiati per il monitoraggio e la segnalazione di situazioni a rischio o poco chiare. D’altronde questo è un ruolo che le nostre strutture territoriali e di categoria –  che tutti i giorni parlano con gli imprenditori che ne conoscono le difficoltà e le esigenze – svolgono da sempre.  Siamo le sentinelle del territorio, possiamo farci interpreti del malessere, captare fenomeni anomali, aiutare gli imprenditori a segnalare situazioni difficili senza esporsi direttamente.”

Criminalità e usura ai tempi del coronavirus

“Lo abbiamo sempre detto, spesso la differenza fra chi ce la fa e chi viene espulso dal mercato è l’accesso al credito, la liquidità. E solo le mafie, da sempre, e oggi ancor più di prima, hanno disponibilità illimitata di contante”.

E in una situazione come quella attuale la crisi da liquidità rischia di gettare davvero gli imprenditori, travolti dalla disperazione, nelle mani degli usurai e delle organizzazioni criminali.

Lo stesso Ministero dell’interno ha evidenziato che a fronte di una diminuzione generale dei reati, durante il lockdown l’usura è cresciuta del 9%”.

Gli alert

“Le dinamiche con le quali si muove la criminalità organizzata sono diverse ed è importante conoscerle per mantenere alta la guardia”.

L’usuraio non è più solo il “cravattaro” di quartiere, può essere anche:

  • “l’investitore” che un “amico” presenta all’imprenditore in difficoltà, che si offre di risolvere i problemi contingenti:
  • con un prestito
  • o direttamente entrando in società
  • o rilevando un’azienda allo stremo.

Lasciando a quello che prima era il titolare, se tutto va bene, un ruolo da dipendente o collaboratore, sempre che non venga estromesso del tutto.

L’alert deve scattare quando la proposta economica, che sia di un prestito, di un’acquisizione dell’attività o di una compartecipazione sia palesemente fuori mercato (non solo per difetto, ma anche per eccesso) ossia quando sia chiaro che l’interesse non è quello di stare sul mercato, ma di reinvestire capitali illeciti.

(In questa ipotesi a farne le spese è l’intero mercato e la collettività. “Investendo” senza nessun criterio di redditività – analisi costi/benefici, studio del settore o delle dinamiche socio – economiche del territorio, valutazioni sul medio lungo periodo – insomma senza porsi nessuno dei problemi con i quali deve fare i conti un imprenditore che deve conquistarsi tutti i giorni un posto nel mercato, far quadrare i conti e garantire la propria sopravvivenza e quella dei dipendenti si crea un sistema che falsa la concorrenza, creando posizioni illegittimamente competitive nel settore e nel territorio che trascinano verso il baratro altre aziende, sane ed oneste).

Un altro indicatore di rischio è la provenienza dell’offerta: spesso l’avvicinamento all’imprenditore in difficoltà avviene attraverso

  • un intermediario che opera per conto di terzi.

L’aspirante acquirente o socio può essere un collega o un imprenditore operante nello stesso settore. Oppure una persona o una società sconosciuta o al di fuori dell’ambito professionale dell’attività in questione. E’ un elemento da non trascurare.

Dal lato della vittima la solitudine e la fragilità sono le due condizioni sulle quali viene esercitata maggiormente la pressione della criminalità.

Le imprese non sono sole in questa battaglia. Devono sapere che possono trovare ascolto e soluzioni, rivolgendosi alle organizzazioni di categoria, alle forze dell’ordine, alle istituzioni e alle amministrazioni locali, che possono insieme creare un cordone di protezione.

Foto di Steve Buissinne da Pixabay

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