Autore Redazione
mercoledì
20 Gennaio 2021
11:55
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Cronaca - Alessandria

Traffico di sostanze dopanti: in manette un culturista alessandrino

Traffico di sostanze dopanti: in manette un culturista alessandrino

ALESSANDRIA – Acquistava farmaci dopanti all’estero e li somministrava senza averne titolo, sia nell’alessandrino che in tutta Italia, in particolare in Lombardia, tramite i social network. C’è anche un alessandrino di circa 35 anni tra le persone arrestate dai Nas di Torino nell’ambito dell’operazione “Davide & Golia“, coordinata dalla Procura del capoluogo regionale e scattata all’alba di lunedì in tutta Italia e che ha comportato in tutto 3 arresti, 12 denunce e 38 perquisizioni. 26 le persone indagate. Coinvolte anche la zona di Pinerolo e le province di Arezzo, Avellino, Brescia, Catania, Cuneo, Frosinone, Imperia, Reggio Calabria, Rimini, Roma, Salerno, Torino, Vercelli e Verona.

All’arresto dell’alessandrino hanno collaborato anche i Nas di Alessandria e i Carabinieri del Comando Provinciale. L’uomo, un culturista, gestiva un team di atleti stabilendo anche dei veri e propri piani alimentari, senza averne titolo. Ora si trova ai domiciliari. Dovrà rispondere di somministrazione e commercio di farmaci dopanti ed esercizio abusivo della professione medica. La perquisizione avvenuta nella sua abitazione ha dato esito negativo. 

A livello nazionale, questa operazione ha consentito di disarticolare un consolidato sistema finalizzato al traffico di sostanze dopanti e anabolizzanti, anche a effetto stupefacente, operativo in tutta Italia e con legami commerciali anche all’estero.

Le indagini sono state avviate nel 2019 dopo un sequestro di farmaci anabolizzanti (steroidi a base di oxandrolone, stanozololo e metenolone) rinvenuti in possesso di un soggetto gravitante nel mondo del culturismo, impiegati dallo stesso in funzione di alcuni concorsi agonistici del settore.

Nel dettaglio, le complesse investigazioni, condotte mediante tradizionali servizi di pedinamento, intercettazioni telefoniche ed ambientali, analisi delle movimentazioni finanziarie, hanno consentito di ricostruire il modus operandi degli indagati rilevando che le sostanze dopanti, una volta illecitamente importate dall’estero in Italia, venivano commercializzate su tutto il territorio nazionale attraverso ignari corrieri all’interno di plichi anonimi o recanti intestatari fittizi, per essere poi destinate a sportivi e atleti che
le assumevano per migliorare le proprie prestazioni in occasione delle gare agonistiche di livello sia nazionale che internazionale, cui partecipavano dopo aver seguito il “metodo” di preparazione fisica prescritto dai principali indagati, leader dei rispettivi “team”.

Ingenti le sostanze sottoposte a sequestro, a livello italiano: 58 confezioni, 210 fiale, 1722 compresse, 13 blister e 51 dispositivi per l’inoculamento. Tutte queste sostanze erano particolarmente dannose per la salute – sia sotto il profilo medico per la capacità di alterare i regolari processi biologici dell’organismo, sia sotto il profilo psicologico – e dal cui commercio è stato quantificato un ricavo netto di circa 15 mila euro annui per ciascuno dei tre soggetti sottoposti agli arresti domiciliari.

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