Autore Redazione
giovedì
13 Maggio 2021
11:00
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Cronaca - Alessandria

Comitato stop Solvay: i Pfas esistono ma è come se non esistessero

Comitato stop Solvay: i Pfas esistono ma è come se non esistessero

ALESSANDRIA – Continua il botta e risposta tra il Comitato Stop Solvay e l’azienda chimica di Spinetta sulla sostanza Adv7800. Erano stati proprio gli ambientalisti a sollevare il caso, integrando l’esposto presentato a novembre, integrato nelle settimane passate alla luce della rilevata presenza del composto. Una sostanza, ha successivamente replicato Solvay, “nota da sempre agli Enti preposti e già in utilizzo dagli Anni ’90″.  

Il Comitato ha però puntualizzato come il fatto che “l’industria chimica non denunci all’autorità preposta – la Provincia – tutte le sostanze prodotte o usate al suo interno” rappresenterebbe “un non trascurabile reato“. L’esistenza, ha aggiunto, venne denunciata da “Medicina Democratica con un esposto alla Magistratura nei primi anni 2000“. Dunque le associazioni ambientaliste e i cittadini nel loro recente esposto alla magistratura non hanno voluto “scoprire una sostanza misteriosa come scrive Solvay nel suo ennesimo comunicato, ma hanno inteso denunciare la  nocività di tale composto basandosi sulla documentazione scientifica presentata dallo Stato del New Jersey nell’azione giudiziaria  intentata contro Solvay per inquinamento ambientale provocato da questo e altri PFAS da uno stabilimento della multinazionale analogo a quello di Spinetta“.

Nella fattispecie, continua il Comitato Stop Solvay, “ADV 7800 è un PFAS cosiddetto ‘a catena lunga’ del tutto chimicamente simile al famigerato PFOA che le industrie chimiche si sono viste costrette a non più produrre su base mondiale dalla Conferenza di Stoccolma nel 2008 a causa del pesante impatto che tale sostanza dimostrò di avere sulla saluta umana e sull’ambiente. Solvay cessò di produrlo nel 2013, lo produsse quindi per ben cinque anni pur conoscendone la nocività ma non cessò la produzione di ADV 7800 pur conscia delle proprietà che lo rendono simile al vietatissimo PFOA. Documenti ARPA resi pubblici nel giugno 2020 mostrano  la presenza in concentrazioni estremamente elevate di tale composto nella falda acquifera all’interno ed all’esterno dello stabilimento. Tali dati- scrive ARPA- sono basati su analisi effettuate da Solvay, dunque il controllato che si controlla, in quanto Solvay non ha mai fornito gli standard analitici di tale sostanza e del cC6O4 con la motivazione della “proprietà intellettuale“.

Ma una delle preoccupazioni principali, concludono gli ambientalisti, è che “per gli abitanti di Spinetta e non solo sussiste la mancanza di limiti alle emissioni di tale composto e di tutti i PFAS nelle acque, sia di falda che superficiali (leggi fiume Bormida) e nelle emissioni in atmosfera. Si può ben dire in conclusione: per la Provincia di Alessandria i PFAS non esistono“.

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