Autore Redazione
venerdì
4 Febbraio 2022
16:34
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Cronaca - Alessandria

Lotta al tumore in Piemonte, Icardi: “Nel 2021 numero di mammografie tornato ai livelli pre-covid”

Lotta al tumore in Piemonte, Icardi: “Nel 2021 numero di mammografie tornato ai livelli pre-covid”

PIEMONTE – In occasione della Giornata Nazionale contro il Cancro l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi ha analizzato l’impatto della pandemia sulla prevenzione e cura delle neoplasie in Piemonte, insieme ai coordinatori della nuova Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta. 

«Se nella prima ondata vi è stato il blocco temporaneo dei programmi di screening, con significative riduzioni dell’attività complessiva, nel 2021 le mammografie di screening per il carcinoma della mammella hanno raggiunto i livelli pre-Covid, con 10 mila test in più rispetto al 2019 e 2 mila test in più rispetto al 2018, per un totale di 186.770 test” ha sottolineato Icardi “Sono in ripresa, anche se non ancora a livello ottimale, i programmi di screening per tumori del colon retto e della cervice uterina. L’impatto della pandemia è stato significativo sui programmi di cura, soprattutto nella prima ondata. Nell’ondata attuale l’attività chirurgica, medica e radioterapica ha saputo reagire meglio alle criticità e stiamo assistendo a una progressiva normalizzazione. In entrambe le ondate, sono state mantenute le attività di assistenza domiciliare».

«Nonostante le inevitabili limitazioni imposte in emergenza a ospedali e ambulatori, e grazie all’impegno responsabile e qualificato dei professionisti sanitari del settore – osserva l’assessore Icardi -, il sistema sanitario piemontese ha saputo reggere all’emergenza della prima ondata, acquisendo l’esperienza per affrontare le ondate successive in un modo sempre più efficace».

La Nuova Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta è lo strumento attraverso il quale, appena sei mesi fa, la Regione ha innovato e potenziato il modello complessivo di assistenza oncologica sul territorio. La Rete è contraddistinta da un nuovo modello organizzativo e funzionale, che rappresenta l’evoluzione del precedente Dipartimento interregionale ed interaziendale, con l’istituzione dell’Autorità centrale di coordinamento.

Il nuovo organismo è formato da un coordinatore, il professor Massimo Aglietta, che rappresenta e coordina la Rete oncologica ed il relativo Comitato scientifico; un coordinatore dell’area ospedaliera, il dottor Mario Airoldi, che monitorizza livelli di attività ospedalieri tramite indicatori quali i volumi di attività ed i requisiti strutturali, organizzativi, tecnologici e coordina il neonato Molecular Tumor Board; ed un coordinatore dell’area territoriale, il dottor Alessandro Comandone, che si occupa dell’attuazione ed implementazione dell’oncologia di prossimità.

Del Comitato scientifico fanno parte due oncologi, un onco-ematologo pediatra, un ematologo, un radioterapista, un chirurgo, un esperto di sanità pubblica, un infermiere con esperienza in oncologia e un rappresentante delle Associazioni di volontariato in oncologia, tra quelle maggiormente rappresentative sul territorio regionale. Nel merito dell’analisi sono entrati i tre coordinatori della Rete Oncologica.

«Negli anni pre-pandemia (2018 e 2019) – ha evidenziato Aglietta – il numero totale di ricoveri oncologici si aggirava intorno a 74.000 per anno, di cui circa 30.000 in Day Hospital e 44.000 in regime ordinario. Nel biennio 2020 e 2021 i ricoveri totali sono diminuiti di circa 16.000, in misura maggiore tra i ricoveri in DH (- 25 e -30% dei DH chirurgici) e tra i ricoveri ordinari medici (tra -23 e -27%), minore per i ricoveri chirurgici ordinari (-16 e 17%). In situazioni mediche non acute, i programmi di telemedicina hanno consentito di ridurre l’impatto di un difficile accesso alle strutture sanitarie».

«In termini assoluti, la riduzione più marcata di ricoveri chirurgici nel 2020-2021 si è verificata tra i 60 e i 79 anni (da circa 14.000 interventi nel 2018-2019 a circa 12.000 nel 2020-2021). Considerando gli interventi oncologici più frequenti (con più di 500 ricoveri l’anno), le riduzioni sono state più evidenti per i tumori del colon e del retto (anche per la ridotta quota di casi identificati allo screening e con procedure di diagnosi precoce), una riduzione leggermente inferiore per i tumori urologici e della mammella, di entità minore per i tumori del polmone» ha sottolineato Airoldi.

Del servizio territoriale in continuità con le strutture specialistiche oncologiche, ha parlato Comandone: Il mantenimento dell’assistenza domiciliare è stato fondamentale per contenere i disagi per i nostri malati conseguenti alla pandemia. Questa esperienza ci ha indotto ad attivare progetti di potenziamento dell’attività territoriale. Attraverso i distretti sanitari stiamo attivando corsi di formazione per i medici di medicina generale, farmacisti, infermieri e professioni sanitarie. Purtroppo la pandemia ha acuito i problemi sociali. Era già attivo un progetto specifico per le Famiglie Fragili che con interventi mirati nelle situazioni critiche aiuta a sminuire l’impatto di problemi sociali preesistenti o conseguenti alla malattia tumorale. Verrà potenziato, anche con una maggiore dotazione finanziaria, ed esteso a tutta la Regione. Allo scopo di garantire a tutti pazienti della Regione facile accesso a diagnostiche e terapie avanzate sono stati identificati i centri di diagnostica molecolare avanzata che saranno di riferimento per tutti gli ospedali della regione ed è in attivazione con modalità multimediale il Molecolar Tumor Board che fungerà anche da centro di raccolta e discussione collegiale multidisciplinare, di situazioni cliniche complesse».

La pandemia non ha bloccato la collaborazione fra le varie Regioni, grazie all’ampio utilizzo di strumenti telematici. L’attività della rete Piemonte – Valle d’Aosta è stata apprezzata al punto che nel 2022, per la prima volta, il Piemonte ospiterà l’assise delle reti oncologiche italiane, Cracking Cancer Forum.

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