24 Febbraio 2022
05:00
Il teatro ferito e l’amarezza per il denaro speso per recuperarlo
ALESSANDRIA – Guardare le immagini riprese dalla compagnia teatrale degli Illegali all’interno del Comunale è difficile per chi ha vissuto il passato del teatro di Alessandria e ha investito per provare a restituirgli un futuro. Il Comunale fu prestigioso palco per grandi attori e compagnie teatrali internazionali e anche “un fondamentale banco di prova” per moltissimi cantanti lirici. Alessandria era “seconda solo a Parma” e l’esibizione al Comunale era un “test cruciale” per chi sperava di avere successo come tenore o soprano. Pier Angelo Taverna, ex presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, ricorda bene la lunga tradizione teatrale della città e oggi prova una grande amarezza nel vedere le tante ferite del luogo di cultura del capoluogo, “abbandonato a se stesso” dopo gli importanti sforzi per bonificarlo. Dopo la dispersione di amianto e gli anni di chiusura, la Fondazione Cassa di Risparmio, all’epoca della sua presidenza, investì circa 200 mila euro per completare la bonifica. “Un grande sforzo”, ha ricordato Taverna, fatto per aiutare Alessandria “che da sola non avrebbe mai potuto risolvere il problema dell’amianto”. L’intervento all’interno del Teatro Comunale venne all’epoca presentato come la più grande bonifica di un’opera pubblica al chiuso mai realizzata in Europa. Fu un lavoro complesso che a fine gennaio 2016 permise di riaprire le porte del Comunale. La Sala Grande rimase spoglia ma nelle sale Zandrino, Ferrero e nel foyer ripresero anche spettacoli ed eventi: “Poi, però, non se ne seppe più nulla“, ha sottolineato Taverna.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, ha ricordato ancora l’ex presidente, si era mossa anche per cercare l’aiuto di altre fondazioni bancarie per riallestire il resto del teatro. “L’intempestività dell’amministrazione di allora” ha pungolato Taverna “vanificò” però “gli sforzi, le promesse e premesse che c’erano a quel tempo”. “All’epoca – ha ricordato Taverna – il costo del recupero del Teatro Comunale era stato quantificato in circa 1,5 milioni di euro. Avevo parlato con il presidente della Fondazione Cariplo che si era impegnato a mettere la nostra stessa cifra. Avevamo quindi una base di partenza di 400 mila euro e avremmo potuto raccogliere il resto dei fondi dalle altre fondazioni bancarie, che sono circa una novantina. L’amministrazione, però, non fu abbastanza rapida. In quel periodo ci furono alcune emergenze a livello nazionale, un terremoto in Emilia e un’alluvione in Sicilia, che fecero scalare in secondo piano e poi dimenticare il nostro progetto”.
L’ex presidente Taverna non ricorda con precisione l’anno di quelle prime intese ma l‘ex sindaco di Alessandria, Rita Rossa, è convinta che non possa essere imputata alla sua amministrazione l’accusa di non essersi mossa con adeguata rapidità per restituire alla città il suo teatro. Nel 2016, ha evidenziato l’ex sindaco, il teatro “riaprì le porte ai cittadini”. “Terminata la bonifica la Sala Grande era vuota ma dal mese di aprile di quell’anno iniziammo a organizzare spettacoli ed eventi nelle altre sale e in meno di un anno calcolammo la presenza di circa 25 mila persone. Dietro alla riapertura del Teatro Comunale c’è la volontà e la determinazione dei lavoratori del teatro, il coraggio politico della mia amministrazione che prese in mano e portò a termine il progetto di bonifica, seguito in particolare dall’ex assessore Vittoria Oneto, il lavoro di Massimo Bianchi e Anna Tripodi e, ovviamente, il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria”.
L’amministrazione guidata da Rita Rossa preparò e “iniziò a presentare” anche un progetto per dare un nuovo futuro al teatro ma tutto si fermò con la sconfitta alle elezioni del 2017. “L’amministrazione Cuttica ha ritenuto di non curarsi del teatro e, infatti, l’ha chiuso. L’essersi disinteressati del teatro è una colpa grave, di certo non nostra, e il risultato, oggi, è sotto gli occhi di tutti”. L’amministrazione guidata dal sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco nei giorni scorsi ha pubblicato il concorso, indetto con la collaborazione ed il patrocinio dell’Ordine degli Architetti e dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Alessandria, per individuare il progetto che dovrebbe trasformare il Comunale di Alessandria in “hub della cultura e del turismo del territorio” sfruttando i 10 milioni di euro del bando “Rigenerazione Urbana”.
Il nuovo teatro dovrà guardare al futuro e garantire adeguati spazi anche a universitari che vorranno specializzarsi su comunicazione e arte, avere aree dedicate alle prove di gruppi e musicisti, senza dimenticare il cinema e anche una “raffinata proposta di ristorazione”. I tempi li detta lo stesso bando: settembre 2023 per aggiudicare i lavori e il 31 marzo 2026 per concluderli. I tecnici del Comune negli ultimi giorni hanno intanto provveduto a ripristinare le chiusure del teatro, “divelte e manomesse” da persone che avevano scelto quegli spazi abbandonati come riparo per la notte. In attesa di “definire la procedura per riacquisire la piena disponibilità dell’immobile”, la custodia è ancora affidata al curatore fallimentare, Palazzo Rosso proseguirà quindi “l’attività di monitoraggio” per evitare “ulteriori atti vandalici” a danno della struttura.
La speranza è che la desolante immagine di oggi del Teatro Comunale di Alessandria diventi quindi davvero solo un brutto ricordo. Il capoluogo “deve riavere il suo teatro”, ha esortato anche l’attuale presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Luciano Mariano. Anche Mariano non cela il dispiacere per le condizioni in cui versa il Comunale di Alessandria ma più “del rammarico e delle polemiche” per il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria ora deve prevalere “l’impegno e l’ottimismo di più soggetti” per restituire al capoluogo il suo teatro.
Mariano “non può e non vuole fare promesse” in merito a un eventuale nuovo sostegno economico della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, qualora ce ne fosse bisogno. L’Ente, ha però precisato, “cerca sempre di essere vicino al territorio e un teatro è un luogo di cultura essenziale per un territorio, e soprattutto per una città capoluogo”.