Autore Redazione
venerdì
4 Marzo 2022
05:14
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Cronaca - Alessandria

Terrore per un conflitto nucleare: “Anche dall’Alessandrino richieste per realizzare bunker”

Terrore per un conflitto nucleare: “Anche dall’Alessandrino richieste per realizzare bunker”

ALESSANDRIA – La paura di un conflitto nucleare è più reale che mai, anche in provincia di Alessandria. Anche dall’Alessandrino infatti all’azienda Minus Energie di Mantova, specializzata nella realizzazione di bunker anti atomici, sono arrivate richieste di informazioni per la realizzazione di strutture che possano permettere la sopravvivenza nel caso in cui il conflitto bellico in Ucraina dovesse degenerare.

Giulio Cavicchioli, della “Minus Energie” conferma infatti che un cittadino alessandrino ha già commissionato la realizzazione di un rifugio anti atomico. “In pochissimo tempo ha chiesto informazioni e confermato l’ordine, a fronte della paura per quanto sta avvenendo in Ucraina“. L’impennata di richieste è figlia infatti della grave crisi che ha portato molti cittadini a pensare a come proteggersi e questo ha determinato “numerose richieste dal Piemonte“. “Si tratta di persone ‘normali’, cittadini comuni, non persone ricche come si potrebbe immaginare. Gente ordinaria, sicuramente con strutture di proprietà, che ha case in campagna, anche se in alcuni casi siamo riusciti a realizzare strutture protette perfino in alcuni condomini, sfruttando garage, per esempio“.

I costi di realizzazione di un rifugio anti atomico non sono irraggiungibili, spiega Cavicchioli, sebbene ci sia stato un aumento dei prezzi negli ultimi anni. In particolare si è passati dai “1800 euro al metro quadro ai 2500-3000 euro, prevalentemente per i costi delle materie prime“. Anche i tempi di realizzazione sono abbastanza contenuti, “circa due mesi, prevalentemente per la necessità di maturazione del cemento“. La struttura dei bunker infatti è “molto semplice per ridurre i rischi legati alla sicurezza. L’acqua corrente, per esempio, consigliamo di non metterla per evitare contaminazioni da scarichi e fogne. Naturalmente è possibile prevedere anche quella ma tutto è in funzione anche della durata della permanenza nei rifugi visto che si possono realizzare complessi in cui si prevede di rimanere giorni, settimane e mesi“. Nei bunker viene collocato il minimo indispensabile e cioè riserve cibo e acqua, un impianto di ventilazione per ridurre al massimo inquinamento interno. Tutto è realizzato per resistere alle sollecitazioni esterne “secondo le regole della confederazione elvetica. I rifugi possono resistere a una pressione laterale dell’aria uguale o inferiore a un bar. In questo caso non corrono rischi, ma è ovvio che a seconda di dove esplodono gli ordigni nucleari le conseguenze possono essere diverse“.

Un luogo del genere però è oggi considerato non più un lusso ma quasi necessario da molte persone se si pensa che la Minus Energie ha ricevuto “più richieste in questi 5 giorni che in 22 anni di attività“, conclude Cavicchioli.

Photo by Thom Milkovic on Unsplash

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