Autore Redazione
mercoledì
30 Marzo 2022
05:50
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Cronaca - Alessandria

Caro prezzi e difficoltà con le materie prime: “Una incertezza che danneggia imprese e committenti”

Caro prezzi e difficoltà con le materie prime: “Una incertezza che danneggia imprese e committenti”

ALESSANDRIA – Dopo 10 anni di crisi e una prospettiva di crescita ridotta al lumicino il mondo dell’edilizia stava lentamente iniziando a risalire la china. A rallentare questo ritorno a una produttività post crisi però ci aveva pensato il Covid-19 a cui, negli ultimi mesi, si è aggiunta, in maniera sempre più pressante e costante, il rincaro del materiale oltre alla conseguente difficoltà nel suo reperimento. Il tutto, per assurdo, in un momento in cui la richiesta è tornata forte sia nel pubblico che nel privato. “E questo risulta essere un’arma a doppio taglio sia per le imprese edili che per i committenti dei lavori“, spiegano dall’Ance, Marco Massone e Stefano Ponzano.

In un qualche modo questa impennata di richieste di lavori ha colto impreparate le aziende. “Dopo anni di difficoltà in cui le aziende si sono in un qualche modo destrutturate la crescente richiesta ha portato difficoltà nel reperire mano d’opera esperta e pronta a soddisfare l’azienda“. Questo perché, secondo Ance, il disgregarsi dell’imprenditoria edile a causa della crisi ha creato tanti microartigiani che, una volta licenziati da aziende più grosse, si sono messi in proprio reinventandosi. “Con un mercato in fortissima ripresa i piccoli artigiani hanno il lavoro necessario per sopravvivere e continuare nella propria attività“.

A partire dal 2020, anche con l’arrivo del Superbonus, in tutta Italia, e la provincia di Alessandria non è un’eccezione, si è vista un’impennata delle richieste di lavori di ristrutturazione sia degli edifici pubblici che di quelli privati. L’aumento delle richieste di interventi ha portato anche a un aumento del materiale improvvisamente richiesto per realizzare tali opere. “Ad esempio il cappotto termico, che è un requisito fondamentale per accedere al bonus del 110%, ha visto le richieste decuplicate rispetto a prima“. Tra domande e speculazione in breve tempo le aziende produttrici si sono trovate in difficoltà ad evadere gli ordini ricevuti.

A questo si deve sommare poi la complessa crisi mondiale che negli ultimi mesi ha peggiorato la situazione. “Certo, la guerra in Ucraina ha dilatato ulteriormente i tempi di consegna anche se non è l’unico motivo“, precisano Massone e Ponzano che parlano di “un insieme di fattori (Covid, aumento della richiesta, speculazione e guerra, ndr) per cui se prima dovevo aspettare un mese per avere, ad esempio, un puffer da collegare alla caldaia adesso ne aspetto quattro“. Questo ha portato a un profondo stato di incertezza legato all’immediato futuro “sia nel committente sia nell’impresa edile. Il primo perché non sa quando riuscirà a veder terminato il proprio lavoro, il secondo perché non sa se riuscirà a stare dentro con i costi del preventivo pattuito“. Sì, perché ai rincari si aggiunge una continua variazione dei prezzi, “a volte anche giornaliera quando prima era mensile se non addirittura annuale“, al rialzo. Nella peggiore delle ipotesi questa incertezza può anche provocare gravi danni alle imprese “alle prese con rincari che assottigliano settimanalmente il margine di guadagno e davanti a dei committenti che si aspettano la conclusione del lavoro per cui hanno già versato la caparra“.

Nei primi mesi del 2022, come dicevamo, il prezzo delle materie prime è schizzato alle stelle. Secondo il report di Ance, che si riferisce al 15 marzo di quest’anno, il prezzo del ferro e del bitume ha avuto un aumento del 40% nel primo bimestre. Impressionante invece quello legato alle fonti di produzione energetica: il gas naturale solamente nei primi 15 giorni di marzo ha registrato un aumento dell’875%, l’energia elettrica il 542%, il petrolio 81% e il gasolio +119%. “Prezzi alle stelle che hanno messo in difficoltà anche l’imprenditoria edile“.

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