Autore Redazione
martedì
12 Aprile 2022
11:15
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Cronaca - Valenza

Una squadra di sei lavoratori per mantenere bella la natura attorno al Po tra Crescentino e Valenza

Una squadra di sei lavoratori per mantenere bella la natura attorno al Po tra Crescentino e Valenza

VALENZA – Grazie al progetto “In settimana, lungo il Po“, finanziato dalla Regione Piemonte, verranno fatti lavori di manutenzione nel tratto attorno al Po tra Crescentino e Valenza, in diversi nuclei della “Foresta condivisa del Po piemontese“.

A rendere ancora più interessante il lavoro anche il fatto che sei persone saranno inserite nel mondo del lavoro per occuparsi non solo della “Foresta condivisa del Po piemontese” ma anche per sensibilizzare i frequentatori di quei luoghi a un approccio corretto e rispettoso.

Gli oltre settanta interventi di rigenerazione ambientale realizzati negli anni in trentatré comuni richiedono ormai una attenzione costante e continua. Molti infatti i punti che attirano gli amanti della natura come l’area picnic adiacente al Centro di Educazione Ambientale “Cascina Ressia” a Crescentino oppure l’area di sosta presso la Grangia di Pobietto a Morano sul Po, nei pressi di una delle sedi operative dell’Ente-Parco, ma anche tante altre aree rimboschite e riqualificate, come l’area umida di Palazzolo Vercellese, proprio al margine della strada provinciale 31bis. Un impegno particolare è richiesto a Casale Monferrato dove è in corso il progetto “Vivere il Po”, cofinanziato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, che prevede vari interventi di miglioramento ambientale lungo le sponde in tutto il tratto urbano.

I sei operatori, reclutati attraverso un bando emesso dai Centri per l’impiego, fanno parte di una graduatoria di persone disoccupate con requisiti di accesso prestabiliti (più di dodici mesi di disoccupazione e/o in carico ai servizi sociali) e lavoreranno per i prossimi sei mesi in forza alla Cooperativa Marcondiro, azienda aggiudicataria delle attività, coordinatrice ed esecutrice del progetto. Il loro è un gruppo interculturale, formato da due armeni, una giovane nigeriana e tre italiani; uno di loro conosce molto bene il territorio tutelato perché da anni svolge anche attività di volontariato proprio nelle aree protette. Gli operatori si occuperanno del ripristino dei sentieri, ma ripareranno anche staccionate, rimuoveranno i rifiuti lasciati da fruitori incauti, effettueranno la manutenzione degli arredi e della segnaletica, elimineranno la vegetazione infestante.

Per queste persone è un’occasione di reinserimento nel mondo del lavoro, per l’ambiente una buona soluzione che ne garantisce la prosperità: una buona notizia a vantaggio del bene comune.

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