Autore Redazione
venerdì
1 Luglio 2022
10:35
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Cronaca - Novi Ligure

Auto contromano sulla A7: nell’incidente anche un panettiere arquatese. “Quando ho visto l’auto ho pensato, è la fine”

Auto contromano sulla A7: nell’incidente anche un panettiere arquatese. “Quando ho visto l’auto ho pensato, è la fine”

ARQUATA SCRIVA – Nell’inferno della A7 avvenuto il 26 giugno, tra le uscite di Groppello Cairoli e Casei Gerola, c’era anche lui, Jaime Macias Pincay, 35 anni, panettiere ad Arquata Scrivia, scampato miracolosamente al terribile incidente frontale provocato da un uomo, Giuseppe Maria Garavaglia, 46 anni, che ha fatto un’inversione a “U” percorrendo l’autostrada contromano, per ragioni ancora da chiarire, e finendo poi per provocare la morte anche di un’altra automobilista, Matilda Hidri, 35 anni. Jaime da quell’incidente è uscito con fratture multiple al volto e un grave danno all’occhio e ora è costretto a mantenere chiusa la sua panetteria ad Arquata. Ma questa è la cosa meno importante perché negli occhi ha sempre l’immagine di quell’auto bianca, la Volvo guidata milanese, che stava arrivando a tavoletta contro di lui.

Quando ho visto la macchina bianca ho detto: qui è la fine“. “Ogni volta che mi risveglio – spiega – rivedo quella immagine, anche se in realtà il veicolo ha urtato prima l’auto della donna“. La sua mente però probabilmente prova a dare un senso a qualcosa che un senso non ce l’ha. “Anche in ospedale gli infermieri mi hanno detto che mi svegliavo di soprassalto urlando, probabilmente rivivendo quel dramma“.

Jaime si sente un miracolato e con lui la figlia di soli 4 anni, illesa, e la cugina di 34, segnata solo da qualche ematoma. Bastavano pochi millesimi di secondi e forse la sua Volkswagen Golf sarebbe  stato un groviglio di morte, racconta. “Stavo procedendo sulla corsia di sorpasso e a un certo punto mi ha superato l’auto grigia guidata dalla ragazza poi mancata. In quel momento ho guardato nello specchietto retrovisore e ho visto mia cugina che si stava addormentando così, per evitare che la sua testa sobbalzasse, ho rallentato un po’. A un certo punto ho guardato avanti e ho visto l’auto bianca contromano, tutto in pochi millisecondi”. Una scena impossibile che ha dell’incredibile e infatti Jaime pensa “sono io che sto sbagliando? Siamo io e la ragazza a sbagliare o è lui a venire contromano?”. Attimi di terrore che esplodono in un urlo per svegliare la cugina. Frazioni di secondo che si chiudono con “la macchina schivata ma lo scotnro  inevitabile con i mezzi“.

In quel caos Jaime, nonostante il violentissimo impatto della sua testa contro lo sterzo, ha ancora la forza di provare ad aprire la portiera che però non si scosta troppo. A quel punto, spiega, “mi butto con tutta l’energia sullo sportello che si apre e così cado in autostrada. Ho preso mio figlio, ho messo un dito in bocca per sentire se respirava, ho visto che stava bene e lo stesso mia cugina. A quel punto sono caduto per terra e da quel momento il buio“.

Il panettiere si è risvegliato poi su una barella, imbracato, con sangue dappertutto. “Avevo sangue in gola e nel naso e stavo per soffocare perché si stava coagulando. Ricordo solo un gran dolore al volto che poi si è acuito terribilmente quando l’elicottero è atterrato“. Oggi Jaime è costretto a letto con davanti un lungo recupero per le ossa frantumante da ricostruire e per un grosso danno all’occhio che richiederà una operazione. Nonostante tutto Jaime può raccontare una vicenda spaventosa da cui comunque è uscito vivo insieme ai suoi parenti. Nella sua mente rimbalza continuamente la riflessione: “Se l’auto della ragazza non mi avesse sorpassato sarebbe stata un’altra storia – conclude”.

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