17 Aprile 2023
13:27
A Crea torna all’antico splendore la cappella per quasi 300 anni patronato di Alessandria
SERRALUNGA DI CREA – È stato mostrato per la prima volta sabato il frutto dei lavori di restauro che hanno interessato la Cappella VIII del Sacro Monte di Crea. Voluta ed edificata dal Comune di Alessandria nell’ultimo decennio del Cinquecento, la cappella è rimasta patronato della Città per quasi 300 anni.
Il restauro è stato finanziato dalla Consulta per la valorizzazione del Beni culturali, presieduta da Pier Giacomo Guala, ed è stato realizzato in collaborazione con l’associazione “Ricreare Crea”, che sotto la guida di Giampaolo Bardazza sta curando un progetto complessivo di restauro del patrimonio edilizio del Sacro Monte. Il Comune di Alessandria ha concesso il proprio patrocinio due anni fa, quando si è aperto il cantiere, affidato all’azienda Koiné di Torino.
“La cappella dell’Annunciazione – ha spiegato Roberto Livraghi, segretario della Consulta – fu fondata a seguito di un atto del Comune di Alessandria del 28 aprile 1592. Da quel documento apprendiamo anche che la spinta a tale decisione provenisse con tutta probabilità dai canonici Lateranensi presenti nel complesso conventuale cittadino di Santa Maria di Castello e appartenenti allo stesso ordine del canonico vercellese Costantino Massino che aveva progettato il Monte nel 1589. Da quella delibera siamo venuti a conoscere anche il nome del capomastro che costruì la cappella, Giovanni Antonio Mirabilie, e il costo complessivo, che fu di 128 scudi.
L’edificio, originariamente in forma quadrata con atrio, appartiene al gruppo originario di cappelle dedicate ai misteri del Rosario e in particolare ai Misteri Gaudiosi. Il tema dell’Annunciazione è svolto mediante il gruppo plastico, opera attribuita al plasticatore fiammingo Johann Wespin (Giovanni Tabacchetti, che i documenti confermano presente in Alessandria nel 1598-1599 in occasione dell’entrata in città di Margherita di Stiria), in cui a destra è rappresentata la Vergine inginocchiata che riceve il messaggio dell’angelo posto dall’altro lato con il giglio in mano. Nell’ancona è rappresentata Giuditta che ha decapitato Oloferne con l’aiuto della fedele Abra. La scena è inserita tra due eleganti cortine, ai cui lati si apre la campagna con una città assediata e alcuni soldati in atto di dormire. Al di sopra di questo gruppo statuario è raffigurata in uno splendido gruppo scultoreo la Gloria di Dio, con il Padre eterno preceduto da quattro angeli con trombe che annunciano la redenzione. Nelle nicchie sono inseriti i quattro evangelisti: san Luca (con il bue), san Giovanni (con l’aquila), san Matteo (con l’angioletto), san Marco (con il leone). Alle pareti, due dipinti rispettivamente con lo Spirito Santo in forma di colomba e due angeli e l’episodio biblico di Ester che implora da Assuero la libertà per il popolo ebraico. Nell’ampia cornice sottostante la volta, entro riquadrature ornate da raffinate decorazioni cinquecentesche, sono contenuti dei cartigli con scritte e figure femminili. La volta è ornata da nuvole e angeli”.
“In generale – prosegue Livraghi – le attribuzioni di queste opere sono controverse. Secondo Francesco Negri, sarebbero opera di Johann Wespin la Gloria di Dio e Giuditta e Oloferne, mentre sarebbero da riferire a Nicolas Wespin la Vergine, l’angelo, e a uno degli scultori milanesi D’Enrico i Quattro evangelisti posti agli angoli. Gli affreschi della volta con una festosa gloria di angeli e puttini, già riferiti al Moncalvo, sono attribuiti a Giorgio Alberini, mentre il dipinto con Ester e Assuero ha una tradizionale attribuzione – ora messa in discussione dalla critica – al pittore milanese Giovanni Battista Della Rovere (detto il Fiammenghino)”.
La Consulta ha coperto i 70.000 euro del restauro delle opere d’arte dell’interno, mentre “Ricreare Crea” si è fatta carico del restauro architettonico. Nella lunga storia della Cappella VIII si hanno notizie di diversi interventi di restauro. Un primo è documentato già nel 1722, anno in cui il Comune di Alessandria incaricava un architetto di visitare la cappella in vista di un possibile restauro. Esistono poi tracce di lavori del 1816 e del 1824, dopo le distruzioni e i danneggiamenti subiti nel dicembre del 1801 ad opera del Commissario della Repubblica francese Sullot. Un’iscrizione ricordava il restauro del 1853 promosso dal conte Galeazzo Gozzani di Revignano e da altri cittadini di Alessandria, tra cui il conte Gropello.
Nel 1859 la cappella entrò nel novero di quelle gestite dalla “Società per la ristorazione del Sacro Monte di Crea”. Nell’occasione il padre Giuseppe Latini ricompose le statue rifacendo le teste di Giuditta e Abra, mentre una successiva iscrizione ricorda un successivo restauro (1865) ancora a spese del Comune di Alessandria.
Sono documentati altri lavori nel 1890 (forse con il coinvolgimento di Leonardo Bistolfi, all’opera negli stessi anni su altre cappelle) e nel 1917 (manutenzione e integrazioni pittoriche ad opera di Guido Capra e del prof. C. F. Chiapasco di Torino).
Ad anni più recenti, il biennio 1981-1983, risale il cantiere che curò il restauro della porta, delle grate, dei dipinti, delle statue, il rifacimento dell’intonaco esterno e della pavimentazione antistante.
“Con questo intervento – ha dichiarato il presidente Guala – la Consulta prosegue un’azione in favore dei beni culturali della città e della provincia iniziata venticinque anni fa e mai interrotta. Siamo grati a tutti i soci che ci sostengono e non fanno mancare il loro aiuto ogni anno, sia con il versamento materiale della quota di adesione, sia soprattutto con la loro vicinanza e partecipazione ai vari cantieri”.
Alla cerimonia erano presenti tra gli altri il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Luciano Mariano, la vice presidente di “Ricreare Crea”, signora Serena Monina, l’assessore regionale alla Cultura, Vittoria Poggio, il rettore del Sacro Monte, mons. Francesco Mancinelli, il presidente e il direttore dell’Ente di gestione dei Sacri Monti, signore Francesca Giordano e Nadia Salvagno.