1 Agosto 2023
19:05
Reddito di cittadinanza: i chiarimenti di Inps e Regione Piemonte
PIEMONTE – L’Assessorato al Lavoro e Formazione della Regione Piemonte e Inps hanno fornito una serie di chiarimenti per aiutare i cittadini a orientarsi tra le nuove disposizioni in attuazione dal primo agosto per i percettori del Reddito di Cittadinanza.
Le nuove misure che superano il RdC
La legge 85 del 3 luglio 2023 stabilisce che il Reddito di Cittadinanza sia sostituito da due nuove misure di sostegno, l’Assegno di inclusione (ADI) e il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL). La stessa legge prevede che per il 2023 il Reddito di cittadinanza sia erogato ai nuclei beneficiari per un massimo di sette mensilità, per cui l’ultima rata è stata quella di luglio 2023.
Tuttavia, i nuclei familiari in cui vi sia la presenza di disabili, minori, over 60 o che risultino essere in carico ai servizi sociali percepiranno il reddito sino al mese di dicembre 2023.
Successivamente, dal 1° gennaio 2024, questi nuclei saranno potenzialmente destinatari dell’Assegno di Inclusione, se risulteranno in possesso di tutti i requisiti che saranno previsti dalla normativa e dai regolamenti applicativi di prossima emanazione.
I servizi sociali prenderanno in carico solo i nuclei familiari che si trovino in situazioni di particolare disagio sociale e che siano difficilmente inseribili in percorsi di accompagnamento al lavoro.
RdC: cosa cambia per gli occupabili
I nuclei familiari che non rientrano nelle precedenti casistiche, i cui componenti siano già stati avviati ai centri per l’impiego e per coloro che non risulteranno presi in carico dai servizi sociali per la presenza di soggetti occupabili, dal 1° settembre 2023 potranno accedere alla misura del Supporto per la Formazione e per il Lavoro presentando apposita domanda nonché seguendo i percorsi formativi o di attivazione previsti, ricevendo un supporto economico di 350 euro per massimo 12 mesi.
Il Direttore regionale Inps Piemonte Bonanni specifica che “I nuclei familiari a cui è stato sospeso il Reddito di cittadinanza in Piemonte sono 7.299, di cui 4.615 nuclei in carico a Torino, poi 940 ad Alessandria, 423 a Cuneo, 383 a Novara, 380 ad Asti, 233 a Vercelli, 210 a Biella e 115 nel Verbano Cusio Ossola.
Al momento si è in attesa dell’emanazione dei regolamenti attuativi, che indicheranno nel dettaglio le procedure per chiedere le due prestazioni che sostituiranno il Reddito di cittadinanza. Inoltre, l’INPS, per supportare tutti i richiedenti la prestazione, sta ultimando la realizzazione di una video guida personalizzata che illustrerà all’interessato il percorso da seguire”.
“Conoscevamo da mesi l’orizzonte temporale che avrebbe portato all’entrata in vigore delle nuove misure del DDl Lavoro del Governo e quindi all’interruzione del RdC per le persone considerate abili al lavoro, ma è fisiologico che tutti i cambiamenti portino ad un momento di preoccupazione, purchè non si cavalchi questo sentimento in modo strumentale – afferma l’Assessore al Lavoro e Formazione Elena Chiorino che prosegue – Spaventare la collettività porta solo ad una inutile agitazione popolare. Ai cittadini dobbiamo dare le giuste informazioni e assicurare loro che il Governo non intende lasciare indietro nessuno: per chi dal primo di agosto sarà escluso dal sussidio ci saranno misure a supporto come la formazione-lavoro e l’inserimento mirato grazie al sostegno dei servizi territoriali dedicati all’occupazione, orientamento e formazione. Con il Decreto Lavoro del Governo di Giorgia Meloni chi realmente non può lavorare o rientra nella casistica per ricevere l’assegno di inclusione avrà garantito sempre il giusto sostegno e la necessaria assistenza”.
L’Assessore Chiorino, inoltre, ribadisce: “Credo fortemente che sia necessario offrire un ventaglio di opportunità concrete, non sussidi. Chi può lavorare deve poterlo fare e arrivare a conquistare dignità, soddisfazione e indipendenza economica. L’assistenzialismo puro ha favorito solo immobilismo e impoverimento sociale. Sviluppo, crescita e benessere socio-economico si realizzano solo attraverso le politiche attive del lavoro, come orientamento e formazione”.