21 Marzo 2024
05:54
Glifosato, professor Dondero: “Autorizzato dall’Europa ma è controverso. Meglio cercare delle alternative”
ALESSANDRIA – “Se potessi dare un consiglio al Comune di Alessandria suggerirei di cercare una alternativa“. Ai microfoni di Radio Gold il professore di Ecologia all’Università Piemonte Orientale, Francesco Dondero, è intervenuto per spiegare, dal punto di vista scientifico, le caratteristiche del glifosato, il diserbante al centro del dibattito politico di questi giorni ad Alessandria. Le segnalazioni e le chiamate di alcuni cittadini alla nostra redazione rispetto al trattamento anti erbacce su alcuni marciapiedi avevano acceso la luce sul tema. Lo scorso 8 marzo il Movimento 5 Stelle cittadino ha quindi sollecitato e ottenuto lo stop dell’utilizzo di questo erbicida. Già il giorno prima, inoltre, il capogruppo di Fratelli d’Italia Emanuele Locci aveva evidenziato che il glifosato non era previsto dal regolamento del Comune, approvato all’unanimità nel 2016 durante un’altra giunta di centrosinistra, guidata da Rita Rossa. Nell’ultimo consiglio comunale, però, il sindaco Giorgio Abonante ha rivendicato la scelta di utilizzare il glifosato, precisando di averlo già testato nel 2023 dopo le rassicurazioni dello Studio Tovaglieri: “Riteniamo che l’impiego di selezionati prodotti fitosanitari nel rispetto di tutte le precauzioni sia la soluzione più efficace, di minor costo, col massimo risultato e col minor impatto complessivo per la salute umana e la sostenibilità ambientale” ha detto il sindaco in aula “dal punto di vista della normativa europea, nazionale e regionale siamo perfettamente nel solco della legge. Dal punto di vista del regolamento comunale, invece, sottolineo che andrebbe cambiato”.
“Si tratta di una sostanza molto discussa e controversa” ha spiegato il professor Dondero ai nostri microfoni “alla fine del 2023 la Commissione Europea ha rinnovato per 10 anni il sì all’uso del glifosato in agricoltura, una decisione nata da un processo di studio che ha riunito una serie di esperti impegnati nell’analisi di tutta la letteratura scientifica su questo argomento. Secondo gli esperti europei non ci sono rischi rilevanti per la salute umana e ambientale“. Su questo argomento a novembre l’Italia si era astenuta, insieme ad altri sei Paesi, tra cui Francia e Germania, mentre a ottobre il Governo Meloni aveva votato a favore del rinnovo. “Nel 2017, invece, il nostro Esecutivo era contrario” ha ricordato il docente dell’ateneo alessandrino.
“Sul glifosato ci sono 25 anni di studi che hanno messo in evidenza delle criticità. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro lo ha inserito lo ha valutato come probabile cancerogeno per l’uomo. Esistono evidenze negli animali e nei sistemi in vitro ma non ci sono dati epidemiologici in grado di suffragare un vero rischio per la salute umana. Negli Stati Uniti anche l’Agenzia Americana per la Protezione Ambientale, come ha fatto la Commissione Europea, ha rinnovato l’uso, dichiarando che non sussiste un problema per l’uomo. Rispetto all’ambiente, però, sia l’America che l’Europa riconoscono effetti su specie di piante acquatiche. Si tratta del principale diserbante utilizzato. Da 20 anni lobby ambientaliste e lobby industriali lottano sull’eventuale esclusione o, al contrario, sull’utilizzo di questa sostanza. Ci sono interessi forti di tipo industriale e, di contro, tante agenzie e scienziati hanno chiesto lo stop. Una delle maggiori preoccupazione è il suo effetto sulla biodiversità e sugli ecosistemi: è stato dichiarato tossico per l’ambiente a lungo termine dall’Echa, l’Agenzia Europea per la Regolamentazione delle Sostanze Chimiche. A ottobre 2023 l’Istituto Ramazzini, un centro di fama mondiale per la ricerca indipendente e la prevenzione del cancro e delle malattie di origine ambientale, ha dichiarato che il glifosato è cancerogeno e può causare la leucemia nel ratto. Insomma, questa sostanza potrebbe essere molto più pericolosa di quello che si pensa”.
Il professor Dondero è poi entrato nel dettaglio sull’utilizzo del glifosato per eliminare le erbacce dai marciapiedi: “Dubito fortemente che possa avere vita breve e che dopo alcune ore perda le sue caratteristiche. Le sostanze ritenute tossiche nell’ambiente acquatico non hanno una vita breve. Questo erbicida, inoltre, potrebbe finire nelle acque fognarie se magari piove o se la strada viene lavata. È vero che c’è un processo di depurazione ma il problema della dispersione attraverso gli impianti di trattamento di acque è riconosciuto in tutta Europa. Noi come Università del Piemonte Orientale“ ha concluso Dondero “siamo a disposizione, potremo aiutare il Comune a fare scelte più oculate. Non conosco, ad oggi, altre sostanze utilizzate come diserbante che non siano pericolose”.
Foto di Sami Abdullah