Autore Redazione
giovedì
12 Gennaio 2017
05:00
Condividi
Eventi

“Bistagno in palcoscenico” apre il sipario con “Mistero Buffo” di Ugo Dighero

Al Teatro della Soms di Bistagno, l’istrionico attore propone due grandi monologhi di Dario Fo presentati nella sua chiave personale e raccontati utilizzando dialetti e suoni onomatopeici
“Bistagno in palcoscenico” apre il sipario con “Mistero Buffo” di Ugo Dighero

BISTAGNO – Giovedì 12 gennaio, alle 21, approda al Teatro Soms di Bistagno “Mistero Buffo”, diretto e interpretato da Ugo Dighero. Uno spettacolo poetico e leggero che aprirà ufficialmente il cartellone teatrale della decima edizione di “Bistagno in Palcoscenico”, incentrato su due tra i più famosi testi del repertorio di Fo, il racconto de «Il primo miracolo di Gesù bambino» e della «Parpàja topola».

Due brani che uniscono un grande divertimento ad un forte contenuto rivisitati e riadattati dal comico, voce e corpo dello spettacolo, e narrati utilizzando un mix di dialetti prevalentemente nordici e, in particolar modo, lombardi. A questa caratteristica parlata dal ritmo incalzante si aggiunge anche il «grammelot», il suggestivo linguaggio inventato, assemblaggio di suoni privi di senso ma onomatopeici e allusivi in grado di far comprendere il senso del discorso. Inoltre, l’interpretazione simultanea di tutti i personaggi delle due storie, consentono a Dighero di mettere in campo tutte le sue capacità attoriali dando vita ad una galoppata teatrale che lascia senza fiato.

Il primo miracolo di Gesù Bambino, tratto dallo spettacoloStoria della tigre e altre storie“ del 1977. Dario Fo costruisce questa storia prendendo spunto dai “Vangeli apocrifi”, quell’insieme di storie legate alla vita di Gesù e degli apostoli, che furono alla base di tutta la letteratura paleocristiana. Il vangelo apocrifo dal quale è ricavata la storia è quello detto “protovangelo”, cioè quella parte dei vangeli in cui si narra della vita di Gesù Cristo dalla fuga in Egitto fino al momento in cui torna nel deserto. Durante la fuga in Egitto Gesù, Giuseppe e Maria si fermano a Jaffa dove vagano per la città cercando lavoro. Gesù rimane da solo in mezzo alla strada e tenta di fare amicizia con i ragazzini del posto per giocare con loro. Purtroppo viene deriso in quanto “foresto”, un povero emigrante figlio di emigranti che parla un dialetto incomprensibile. Gesù si trova nella condizione del “diverso”, cerca di vincere il rifiuto che gli altri ragazzini gli oppongono e, pur di farseli amici, di riuscire a giocare e ridere con loro, decide di compiere un piccolo miracolo. Subito i bimbi entusiasti lo eleggono “capo dei giochi“, ma quel divertimento assurdo e fantastico viene distrutto dall’antipatico figlio del padrone della città.

La parpàja topola, tratto da “ Il fabulazzo osceno “ del 1982. Narra di un giovane e sempliciotto capraio, Giavan Pietro, definito dallo stesso Dighero “una sorta di Forrest Gump ante litteram“, divenuto improvvisamente ricco per le ricchezze lasciategli in eredità dal suo padrone. Costui, unico contatto umano di Giavan Pietro, soffriva di una specie di idiosincrasia per le donne ed era in sostanza un misogino paranoico. Il povero pastore, terrorizzato dai racconti del padrone, appena vedeva apparire delle ragazze si andava a nascondere accucciandosi in mezzo alle pecore. Ovviamente la notizia della sua ricchezza si diffonde velocemente e il poveretto si trova circondato da aspiranti spose. Tra tutte ha la meglio Alessia che con la sua bellezza vince le paure di Giavan Pietro. La splendida ragazza non disdegna i favori di Don Faina sotto lo sguardo compiacente della madre. Quest’ultima obbliga il prete a trovare un marito alla ragazza prima che sia troppo tardi ed ecco entrare in gioco il giovane, ricco pastore. La prima notte di nozze tutto viene combinato perchè il povero Giavan Pietro rimanga a bocca asciutta e faccia posto al prelato, ma l’ingenuità del capraio tocca a tal punto il cuore della ragazza che tutto si conclude in suo favore trasformando il tema “ osceno “ della storia in una favola poetica di grande purezza e di altissima poesia.

Questi due monologhi li faccio da più di 30 anniha raccontato Dighero. “Tra l’altro una volta anche Dario Fo è venuto a vedermi durante una festa in suo onore. Mi osservava dalle quinte, ridendo sotto i baffi, e mi ha fatto i complimenti” ha concluso il cabarettista.

È consigliabile prenotare il biglietto, 18 euro intero, 15 euro ridotto (per under 18), chiamando o inviando un sms ai numeri 348 4024894, 388 5852195 oppure scrivendo una mail a info@quizzyteatro.it. Il giorno stesso dello spettacolo il botteghino del Teatro “S.O.M.S.” rimarrà aperto dalle 18. Presentando il biglietto, si può inoltre usufruire di un prezzo agevolato presso i ristoranti di Bistagno (per informazioni, contattare il 388 5852195).

È ancora aperta la campagna abbonamenti: per conoscere i titoli degli spettacoli in rassegna e i costi, è possibile visitare i siti www.quizzyteatro.com, www.somsbistagno.it,  www.piemontedalvivo.it/corto-circuito-piemonte oppure le pagine FB Quizzy Teatro e SOMS Bistagno.

Condividi