Autore Redazione
venerdì
3 Febbraio 2017
05:00
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Eventi - Alessandria

Il cammino e l’opera di ‘108’: una serata dedicata all’artista alessandrino Guido Bisagni

All’Associazione culturale Sin.tonia una serata dedicata all’artista flaneur alessandrino e presentata dall’architetto Mario Mantelli
Il cammino e l’opera di ‘108’: una serata dedicata all’artista alessandrino Guido Bisagni

ALESSANDRIA – Venerdì 3 febbraio alle 18.30, nella sede dell’Associazione culturale Sin.tonia in piazza D’Annunzio 1, ad Alessandria si terrà una serata dedicata all’artista Guido Bisagni, dal titolo “Il cammino e l’opera di 108“Un omaggio all’artista flaneur alessandrino per conoscere la sua arte e le sue opere appartenenti al genere dei post-graffiti che per l’occasione vedrà nelle vesti di presentatore l’architetto Mario Mantelli. Al termine sarà offerto un aperitivo.

Guido Bisagni, in arte ‘108’, nasce ad Alessandria nel 1978. Come lui stesso racconta, da ragazzino avrebbe voluto diventare un fumettista, affascinato dai volumi della madre (Moebius, Druillet, Crepax, Pratt…), ma sul suo percorso non frequenta scuole artistiche: Istituto per geometri prima e Politecnico di Milano poi. “Ho iniziato con i graffiti durante i primi anni ’90, da qui deriva l’uso di un soprannome e il bisogno di interagire con gli spazi pubblici. Alla fine del decennio – spiega – mentre vivevo a Milano e influenzato dalle avanguardie storiche ho deciso di intraprendere una mia personale esperienza artistica che però per anni non ho mai visto come una possibile professione, anzi ai tempi mettevo la tecnica completamente in secondo piano, utilizzando i materiali più grezzi come carta da pacchi, pellicole in pvc o polistirolo espanso e fotocopie. Le idee radicali di personaggi quali W.S. Burroughs o Antonin Artaud in quel periodo erano importanti tanto quanto i lavori dei miei pittori preferiti”.

Il suo lavoro è diviso in due parti, parallele e indivisibili: la ricerca puramente artistica, pittorica, e  l’intervento nello spazio pubblico, in cui si è evoluto il suo percorso artistico. “Il mio lavoro – racconta – ha innumerevoli influenze che partono dalle pitture e dalle incisioni neolitiche e arrivano al disegno industriale. Alla base però metto l’astrattismo storico con le teorie di Kandinsky e Malevich da una parte e Jean Arp dall’altro.

Alla base del suo lavoro, spiega, c’è “la forma e quindi la ricerca di una ‘forma perfetta’ che può essere perfetta per quel momento o per quello specifico luogo, ma non esserlo pochi giorni dopo o in un altro luogo. Per me decidere cosa fare è dettato da un 50% di ricerca razionale e da un 50% di puro caso”.

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