Autore Redazione
mercoledì
24 Gennaio 2018
05:32
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Politica - Alessandria

Polemiche dopo le parole di Ciccaglioni sui questuanti “abbronzati”

L'assessore alle Politiche Sociali di Alessandria propone il "Daspo urbano" e invita le cooperative a pagare le multe poi definisce "abbronzati" i questuanti. L'associazione Possibile Macchiarossa indignata dai toni di Ciccaglioni.
Polemiche dopo le parole di Ciccaglioni sui questuanti “abbronzati”

ALESSANDRIA – La multa a chi chiede l’elemosina sia saldata dalle cooperative che accolgono i migranti. Lo ha sostenuto l’assessore alle Politiche Sociali Piervittorio Ciccaglioni sulla sua pagina facebook commentando con alcuni utenti i risultati del provvedimento anti accattonaggio adottato dall’amministrazione di Alessandria.

Chi si fa carico di queste persone deve farsi carico anche dei loro comportamenti, come succede ai genitori di un figlio ancora minorenne” ha sottolineato lo stesso Ciccaglioni ai microfoni di Radio Gold “Le multe sono state un segnale forte di un problema vero che abbiamo affrontato seriamente. Queste cooperative i soldi per pagare ce li hanno, di certo non vanno in fallimento. E poi quando dico “farsi carico” intendo anche spiegare quello che non si può fare. La multa è la conseguenza di un errore. Queste persone e associazioni che hanno in carico i questuanti sanno cosa queste persone fanno durante il giorno? È questa l’accoglienza che offriamo, la questua è diventata l’unica risorsa per loro? Non sappiamo quali sono i loro movimenti di queste persone se vengono controllate o meno.”

Secondo Ciccaglioni, inoltre, andrebbero sanzionati anche coloro che danno la questua: “Dico basta a questi buonisti che alimentano questo mercato delle vacche, che sconfina nell’illegalità. Anche le persone che danno la monetina dovrebbero essere multate, il fenomeno si esaurirebbe. Parlo, ripeto, a titolo personale. Capisco che alle persone anziane possa venire l’istinto di cedere ma non è così che funziona, si alimenta una situazione dove prevale la prepotenza. Non sarebbe una sanzione fine a se stessa, la questione è uscita dai binari della legalità. Non è così che si aiutano le persone.”

L’assessore ha poi definito “daspo urbano” una misura per allontanare i questuanti dalle piazze sulla quale, ha sottolineato, “si discuterà in giunta. Non è all’ordine del giorno ma ne parleremo. E dopo averli mandati via andremo a batter cassa a chi li assiste.”

Ciccaglioni ha poi voluto fare una precisione rispetto a un suo post dove, nel rispondere a una utente, aveva elencato chi sta alimentando questo sistema: “Le Cooperative Rosse, Caritas, onlus vere o taroccate, malavita organizzata, spaccio di droga, operatori economici senza scrupoli che richiedono nuovi schiavi abbronzati, scafisti , mercato degli organi, Buzzi e Carminati” si legge sulla pagina del politico.

Parlavo di associazioni in generale. Non mi volevo riferire alla Caritas” ha aggiunto Ciccaglioni a Radio Gold “che è senza dubbio una associazione di livello.”

Nessuna retromarcia, però, sul linguaggio decisamente colorito utilizzato sul social network: “A me piace la chiarezza, non il politichese. Se c’è un problema voglio essere chiaro, e poi su facebook si legge anche di peggio. Ho definito abbronzate queste persone? Io sono pallido rispetto a loro.

Linguaggio e toni condannati dall’associazione “Possibile Macchiarossa” che ha chiesto le immediate dimissioni dell’assessore, per le “affermazioni intrise di odio, violenza e razzismo”, definite “non sono degne di partecipare al dibattito pubblico, neppure sui social network“. “È questo il tipo di amministrazione, con “scarso” senso delle istituzioni e della Costituzione, con scarsa conoscenza degli strumenti di governo, di cui la nostra città ha bisogno​? Chi si esprime pubblicamente in maniera così turpe può continuare a ricoprire la carica di assessore alle politiche sociali? Noi crediamo di no. Chiediamo quindi le dimissioni immediate dell’assessore Ciccaglioni e invitiamo tutte le forze politiche che ritengono inaccettabile l’accaduto ad appoggiare la nostra richiesta”.

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