21 Aprile 2022
19:46
Logistica: Piemonte, Liguria e Lombardia fanno squadra. “Retroporto opportunità straordinaria”
ALESSANDRIA – Una comunicazione congiunta delle Regioni Liguria, Lombardia e Piemonte per il consolidamento del partenariato della Cabina di regia e per l’ampliamento delle tematiche da approfondire, in coerenza con le indicazioni dei tavoli di confronto con i portatori di interesse, ha concluso gli Stati generali della logistica del Nord-Ovest, andati in scena questo giovedì ad Alessandria nell’aula magna dell’Università del Piemonte orientale, promosso dalla Fondazione Slala.
A sottoscrivere il documento sono stati il Presidente della Regione Piemonte e gli Assessori alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile delle Regioni Piemonte, Liguria e Lombardia.
Il punto saliente della Comunicazione delle tre Regioni è la conferma della volontà di procedere con la collaborazione e con le iniziative della Cabina di Regia per la Logistica del Nord-Ovest, con il costante coinvolgimento del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, e con l’indizione periodica di tavoli di confronto con i portatori di interesse.
In questo modo sarà possibile approfondire ed ampliare gli ambiti di attenzione alle seguenti tematiche: trasporto delle merci su strada (sviluppo e manutenzione della rete infrastrutturale autostradale e stradale anche attraverso il monitoraggio degli interventi e dei cantieri, trasporti eccezionali, servizi al sistema dell’autotrasporto, parcheggi, sistemi ancillari ai terminali intermodali, concorrenza e competitività, rispetto delle regole, digitalizzazione); logistica “green” (mezzi, carburanti, sistemi organizzativi), nell’ottica di garantire la sostenibilità per il settore e la sua compartecipazione agli obiettivi del Green New Deal europeo; evoluzione del sistema anche mediante l’incentivazione del trasporto intermodale, la digitalizzazione e l’automazione, da armonizzare con il quadro di riferimento nazionale; l’inserimento della logistica nell’ambito della pianificazione territoriale e urbanistica tramite l’estensione del confronto interregionale dal tema strettamente infrastrutturale a quello del governo del territorio; l’avvio di un percorso per valutare la possibilità di promuovere forme di collaborazione territoriale per il Corridoio Mediterraneo.
“Il Piemonte è centrale nel futuro del Nord Ovest” ha detto il Governatore del Piemonte Alberto Cirio “lo abbiamo ribadito oggi ad Alessandria, rafforzando le nostre sinergie con Lombardia e Liguria su un settore che rappresenta una opportunità straordinaria. Perché sviluppare la logistica significa creare posti di lavoro. Nel giro di qualche anno tutte le merci movimentate in Europa, da Lisbona a Kiev con la Tav e da Genova a Rotterdam con il Terzo Valico, avranno un preciso punto di incontro e sarà in Piemonte”.
“Il nostro territorio non è mai stato davvero fermo, ma ora ha voglia di ripartire e di guardare al futuro. Noi amministratori dobbiamo affrontare un tema complicato come la logistica stando bene attenti alle decisioni che prenderemo, perché condizioneranno il futuro delle nostre imprese e della nostra economia. Dovremo essere bravi e ci sarà spazio per tutti, in quanto c’è grande condivisione e unità di intenti tra i soggetti interessati dell’intero Nord-Ovest” ha detto l’assessore ai Trasporti e Infrastrutture della Regione Piemonte Marco Gabusi.
Secondo la Fondazione Slala “ci sono due paradossi e un’unica soluzione per la prima volta a portata di mano rispetto al rilancio dell’ipotesi di una grande area retroportuale nel basso Piemonte, rafforzata dagli incentivi previsti per una ZLS (Zona Logistica Semplificata) e in grado di decongestionare i porti liguri, il sistema autostradale e ferroviario e creare le basi per una riappropriazione di traffico e centralità anche in Europa”.
“Questi i paradossi:
1) Se i porti di Genova e Savona, grazie anche al potenziamento delle infrastrutture portuali e marittime previste, incrementassero in modo significativo i loro volumi di traffico (specie container) si troverebbero a far fronte a un effetto boomerang: l’aumento del traffico si tradurrebbe in un incremento dei tempi di sosta sulle banchine e nei terminal, in una congestione h 24 di ferrovie e specialmente autostrade e in una perdita complessiva di efficienza e affidabilità.
2) In quel caso si innescherebbe una spirale negativa e verrebbe vanificata la grande opportunità non di fare concorrenza ai porti del Nord Europa, ma di recuperare una quota significativa dei circa 900.000 container con merce destinata al polo produttivo del Nord Ovest italiano e movimentati in porti del Nord Europa. Come emerso in una recente ricerca, considerando un valore medio-basso di 30.000 euro della merce contenuta in un container da 20 piedi, ogni container non movimentato nei porti italiani significa una perdita media di 7.000 Euro di gettito Iva per l’Italia. Complessivamente significa circa mezzo miliardo di Iva regalato ogni anno a Olanda, Belgio e Germania.
Questi i due paradossi, ma gli Stati Generali della Logistica del Nord Ovest formulano per la prima volta una risposta, una soluzione che viene dal passato, ma che oggi ha valenze operative, economiche e commerciali credibili. Creare nel Basso Piemonte, facendo perno sullo Scalo smistamento ferroviario di Alessandria e sui ‘Buffer’, una grande area retroportuale, un ‘dry port’ (porto a secco), che operi in stretto coordinamento con Genova e Savona; questi porti sarebbero collegati sia su rotaia, per arrivare a comporre i treni da 750 metri, sia con il servizio shuttle gestito dai ‘Buffer’, vere e proprie banchine intelligenti a secco, in grado di decongestionare i porti, rendendo contestualmente possibile l’attività delle banchine per più ore rispetto a quelle in cui oggi si concentra l’attività. Il gigantesco polmone retroportuale estenderebbe l’operatività all’intero Basso Piemonte, creando le condizioni per lo sviluppo di attività strettamente collegate come la lavorazione di una parte delle merci. Si potrebbe obiettare che l’idea non è nuova, ma nuove sono le tecnologie informatiche che consentono di coordinare al minuto le partenze e gli arrivi di container sulla connessione porto-retroporto, nuove sono le esigenze di efficienza e di tempi del sistema logistico; nuova è anche la prospettiva di una Zona Logistica Semplificata, che garantisca alle merci in sosta nella rete di retroporti ipotizzati nel Basso Piemonte di beneficiare di condizioni doganali favorevoli (differimento nel pagamento degli oneri), e che renda quindi economicamente sostenibile ciò che sino a oggi non è stato: ovvero una rottura di carico, termine tecnico che contraddistingue una sosta intermedia fra porto e area di consegna. Secondo il calcolo messo a punto da studi paralleli della BEI e di UIRNet (ora Digitalog), lo spostamento di una quota consistente dei container (circa il 30%) costretti oggi a lunghe attese, o in porto o per entrare in porto, farebbe tornare i conti rendendo possibile nel retroporto anche la formazione di quei treni di 750 metri che rendono economicamente vantaggioso il trasporto container su ferrovia”.
“Quella lanciata oggi – afferma Cesare Rossini, Presidente della Fondazione Slala, principale promotrice dell’iniziativa – non è un’ipotesi progettuale; è una sfida che va vinta per la portualità ligure ma specialmente per la competitività ed efficienza del sistema industriale e logistico del Nord Ovest e quindi dell’intero Paese”.
Con 20 milioni circa già disponibili nel Decreto Genova ai quali potrebbe sommarsi un intervento specifico della BEI, con la creazione dei “Buffer”, veri e propri cervelli pensanti del sistema, con l’intesa fra Slala e l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale sfociata nella scelta di queste strutture come retroporto in grado di accogliere e smistare circa 500.000 container all’anno, e con la Zona Logistica Semplificata, il sistema portuale ligure, oggi ai limiti del collasso anche a causa dei lavori sulla rete autostradale, potrebbe crescere dai circa 2,7 milioni di container TEU attuali a oltre 4 milioni, centrando parallelamente una serie di obiettivi strategici: decongestionare l’intero sistema (a beneficio anche di altre filiere come quella turistica), abbattere l’impatto ambientale, liberare le autostrade dalla morsa del traffico, incrementare i traffici portuali (e il conseguente gettito Iva), fertilizzare le aree retroportuali anche per eventuali attività industriali indotte. Il tutto con una proiezione di ritorno degli investimenti difficilmente riscontrabile in altre opere pubbliche. Senza considerare il fatto che proprio lo Scalo Smistamento di Alessandria si troverà nevralgicamente all’uscita di un ramo del Terzo Valico ferroviario e quindi nella posizione ottimale per svolgere, insieme con le altre aree retroportuali raccordate, una vera e propria funzione di polmone”.