Sino a oggi la figura dello psicologo nella scuola non è stata definita da una norma, né nazionale, né regionale, che ne veda l’inserimento stabile, rivolto a tutta l’utenza; si è intervenuti solo in caso di bisogno di singoli e grazie a specifici protocolli, lasciando alle scuole l’autonomia di avvalersi o meno di tale servizio.
Nella sua relazione di maggioranza Alessandra Biletta (Fi) ha sottolineato come sia un segno di progresso “riconoscere lo studente come portatore di diritti psicologici”, con una figura che “contribuirebbe attraverso le sue iniziative a favorire il benessere e il pieno sviluppo della comunità scolastica, valorizzando le risorse individuali grazie ad un’azione didattico-educativa sempre più centrata sulla persona e i suoi bisogni”.
Per tale nuova legge è stata prevista la clausola valutativa e i fondi stanziati ammontano a 200mila euro annuali per tre anni. A tal proposito Frediani ha commentato che “non è una cifra sufficiente a estendere il servizio in tutto il Piemonte, speriamo di migliorare ma la Città metropolitana si è detta interessata a partecipare almeno per le scuole superiori, di sua competenza”.
In precedenza l’Aula aveva approvato, all’unanimità, la relazione del presidente Stecco sull’indagine conoscitiva sul disagio psicologico post Covid e il rischio suicidario nella popolazione, con particolare riguardo a minori, soggetti fragili e persone esposte professionalmente, svolta dalla Commissione Sanità.
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