Autore Redazione
giovedì
4 Febbraio 2016
23:00
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Politica - Valenza

Il “giallo” della piscina diventa un “thriller” con complotto

Il “giallo” della piscina diventa un “thriller” con complotto

VALENZA – L’ex sindaco di Valenza, Sergio Cassano, è convinto di essere stato vittima di un “complotto” che ha causato la sua sconfitta alle elezioni e che adesso sta danneggiato pesantemente i cittadini. La questione piscina torna ad avvelenare il clima politico valenzano, un clima reso ancora più teso dal rifiuto, da parte della maggioranza, di una commissione di indagine che “avrebbe permesso di fare chiarezza sulla vicenda“. Lo ha spiegato il gruppo consiliare di Forza Italia con l’ex primo cittadino, supportato da Alessandro Deangelis, coordinatore cittadino, Luca Rossi, consigliere comunale, e Franco Ghietti, ex assessore. 

Cassano, durante la conferenza stampa di giovedì ha sostenuto come le “dinamiche della politica” stiano cercando di “seppellire” anche questa interminabile pagina. “Io – ha chiarito Cassano – per fortuna non sono mai stato un politico. Sono stato un cittadino che si è occupato di pubblica amministrazione e che ha rifuggito le liturgie di palazzo. Per questo rinnego anche l’assuefazione al peggio che caratterizza l’Italia e che io non intendo appoggiare. Io sono uno che si indigna“. E certamente il “thriller della piscina” ha indignato l’ex primo cittadino.

In una sua lunga arringa ha parlato di un thriller pieno zeppo di anomalie.
Intanto, sostiene Cassano, se, come gli è stato comunicato a suo tempo, “il vecchio impianto natatorio non è stato «dichiarato» inagibile, ma l’inagibilità è subentrata automaticamente per la decadenza delle certificazioni di legge perché è stato lasciato in stato di abbandono e di chi era la responsabilità?”.

Cassano si è anche scagliato sull’accatastamento di “materiali vari, provenienti dalla Biblioteca o appartenenti a diversi uffici“, nei locali dell’ex piscina, senza atti formali, il tutto “in barba alle disposizioni e all’obbligo di informazioni da fornire alla Soprintendenza regionale”.

Mentre l’ex piscina quindi, secondo l’opposizione, era diventata un magazzino in cui riversare decine e decine di pacchi e documenti, seppur in assenza di atti formali, ha aggiunto Cassano, le garanzie sui passi avanti della nuova piscina continuavano ad arrivare con dettagli che a distanza di tempo potrebbero essere definiti grotteschi: “è stato detto all’amministrazione di allora che presto si sarebbe costituita la società di progetto e che, nel breve periodo, sarebbero stati esposti i cartelli della nuova piscina all’ingresso di quella esistente. Addirittura mi si chiese se “i manifesti dovessero essere dei 6×3 o di misura differente“. “Tutto questo – ha aggiunto il gruppo di Forza Italia – mentre la vecchia piscina veniva devastata pur in assenza di ogni atto formale”. “Quella stessa piscina su cui l’attuale maggioranza ha consumato una danza macabra”.

In conclusione, ha spiegato Forza Italiaai sensi della convenzione sottoscritta con l’ATI aggiudicataria, non sarebbe stato in ogni caso possibile che la Capigruppo, Julio Scsd, avesse provveduto a dar inizio ai lavori, né tantomeno che il Dirigente avesse dato disposizioni per una demolizione, in quanto: non vi sono a tutt’oggi i presupposti per l’approvazione del progetto esecutivo; i lavori non possono iniziare se il progetto esecutivo non è approvato; i lavori di demolizione sia della piscina coperta che degli spogliatoi della piscina scoperta, previsti dal progetto esecutivo non ancora approvato, sono stati indicati nel crono programma dei lavori, allegato al progetto, tra le prime operazioni da effettuarsi, subito dopo l’apertura del cantiere; questo project financing è di iniziativa privata: i lavori verranno eseguiti dall’aggiudicatario che ha incaricato un proprio direttore dei lavori ed un proprio coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione: i medesimi, di concerto con il proprio committente, saranno tenuti alle opportune segnalazioni agli enti/uffici competenti nel momento in cui procederanno alle fasi di inizio dei lavori“.

Sul perché però non si sia proceduto con un controllo politico rispetto alle presunte mancanze delineate da Forza Italia Cassano ha opposto la necessità di mandare avanti il resto della macchina valenzana e l’impossibilità di immaginare una situazione del genere. “Forse siamo stati ingenui – ha spiegato Cassano – ma l’ingenuità non è un difetto bensì un pregio. Però chi approfitta dell’ingenuità lo fa in totale malafede. Questo è quanto mi ha detto un magistrato di Rovereto.

Il risultato finale di questa tesi accusatoria è che “se non si è voluto individuare chi ha danneggiato i cittadini attraverso una Commissione d’indagine” ora a tutelare la comunità ci deve pensareil Segretario Generale che dovrebbe inoltrare denuncia in Procura contro ignoti“. “La commissione di indagine – hanno spiegato Luca Rossi e Alessandro Deangelis sarebbe servita a portare a un punto per cui se non il segretario generale almeno il sindaco sarebbero stati costretti ad andare in Procura“.

Ora, se il segretario geneale non si muoverà, risulta difficile immaginare evoluzioni rispetto alla vicenda. “Noi non sappiamo cosa faremo – ha concluso Cassano. Io – ha aggiunto – non ho risentimenti personali. Vedremo come si regoleranno i valenzani questa estate e quest’inverno con la piscina e se c’è qualcuno che ha modo di creare le situazioni perché la piscina torni nella disponibilità dei valenzani”.

Fabrizio Laddago

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