Autore Redazione
venerdì
19 Febbraio 2016
12:07
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Politica - Alessandria

Questione Ica: le precisazioni del Comune di Alessandria

Questione Ica: le precisazioni del Comune di Alessandria

ALESSANDRIA – Le considerazione del Movimento 5 Stelle sulla questione Ica srl (clicca QUI per la notizia) hanno riacceso le polemiche sull’intricata vicenda dell’imposta sulla pubblicità ad Alessandria. In una nota stampa il Comune di Alessandria ha quindi voluto fare una serie di precisazioni sull’argomento. Il Segretario comunale, Fabrizio Proietti, in qualità di garante della legittimità e della legalità degli atti, ha innanzitutto sottolineato come l’affidamento alla società Ica sia avvenuto seguito di “una gara ad evidenza pubblica la cui documentazione è verificabile da tutti”. “Pertanto – ha aggiunto –  non  corrispondono al vero le affermazioni secondo cui la società sarebbe stata scelta dalla politica. Ricordo, inoltre che questa imposta è norma di Legge nazionale e pertanto, chiunque sia il soggetto riscossore, non può discostarsi dalla Legge. Gli atti della Pubblica Amministrazione  rappresentano l’unica ‘possibile forzatura’ per utilizzare le facoltà che la stessa Amministrazione, senza stravolgere la Legge, si è riservata ed ha trasferito nel vademecum. La stessa modalità sarà usata per la redazione del Regolamento a cui io stesso sovrintenderò.

Nel momento in cui Aspal non ha più potuto gestire i tributi e in base alle norme non era possibile costituire una nuova società, abbiamo operato secondo le leggi per l’affidamento del servizio. Per quel che attiene al pregresso e alla mancata corretta applicazione ho disposto una relazione al Prefetto a tutela della trasparenza degli atti amministrativi che invierò anche agli organi contabili competenti”.

Il sindaco Rita Rossa ha poi sottolineato: “ribadisco come questa imposta, voluta dalla Legge dello Stato,  sia  da ritenersi ingiusta e sia da modificare perché non coerente con le esigenze dei commercianti e con lo spirito di liberalizzazione che ha animato altri provvedimenti. Assomiglia di più ad una gabella medievale ed io sono disponibile, nel mio ruolo istituzionale e con il contributo delle associazioni di categoria, a svolgere una battaglia politica perché, in sede di Parlamento, venga cambiata la norma.

Sul vademecum, chi ha sollevato la questione che lo stesso sia uguale a quello del Comune di Rapallo probabilmente non ha valutato con occhio attento i due documenti: è evidente che trattandosi di una norma nazionale ci fossero delle analogie nella sostanza e che le foto siano non riconducibili ad imprese alessandrine per  tutelare, nello stesso tempo, la privacy degli esercenti. Dopodiché, le spiegazioni e le interpretazioni che, con un atto amministrativo, ci siamo assunti la responsabilità di dare, si discostano dal contesto del Comune di Rapallo e sono tarate sulla situazione specifica di Alessandria. Mi dispiace che non venga riconosciuto il lavoro dei nostri funzionari che fuori dal normale orario di servizio, stanno fornendo, in questi giorni, sostegno ai commercianti per dirimere la questione. Sono disponibile alle critiche, ma non tollero che il lavoro altrui venga fatto oggetto di una strumentalizzazione che non rende onore nemmeno a chi la fa”.

 

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