Autore Redazione
giovedì
7 Luglio 2016
22:00
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Politica

Carr..armata Rossa: sbotta sui profughi e sulla questione Esercito non molla

Carr..armata Rossa: sbotta sui profughi e sulla questione Esercito non molla

ALESSANDRIA – Non c’è sfottò o ironia che tenga. Il sindaco di Alessandria, Rita Rossa, va avanti come un carro armato sulla questione sicurezza e ordine pubblico. Dopo aver chiesto l’intervento dell’Esercito per Alessandria, nelle vesti anche di Presidente della Provincia, Rita Rossa giovedì ha reclamato con forza l’attenzione del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, sulla questione profughi. Sia chiaro, però, il sindaco non ha intenzione di “lasciare cadere nel vuoto” neppure la richiesta di uomini in mimetica, “modello Roma”. In questi giorni ha “verificato” con il Ministero della Difesa la disponibilità in capo all’Interno di alcuni “contingenti” dell’Esercito e anche su questo il sindaco si farà ancora sentire.

Le questioni che da Alessandria arriveranno sul tavolo del Ministro Alfano sono quindi due. Due carichi da novanta che forse anche lo stesso esponente del Governo potrebbe stentare a credere che vengano sollevati da un sindaco del Pd. “Qui lo schieramento politico o il consenso non c’entrano” ha messo in chiaro il sindaco. “I cittadini sono esasperati e io non posso semplicemente girarmi dall’altra parte. Ad alimentare le “tensioni” per Rita Rossa è infatti anche la politica “fallimentare” sulla gestione dei profughi. “Salvare vite è il primo passo per definirsi umani. Questo punto non è messo in discussione e io non dico ‘rimandate indietro i barconi’ o ‘se ne stiano a casa loro’. Gli strumenti messi in campo fino ad oggi, però, non bastano più”. L’arrivo di profughi nelle città per Rita Rossa è infatti affrontato come un mero problema “numerico”. “La logica non può essere semplicemente dividerli tra le varie Regioni.  Senza una vera programmazione, un coinvolgimento attivo dei sindaci si creano problematiche gigantesche”.

Sempre di più sono gli alessandrini che si presentano a Palazzo Rosso “e le lamentele non sono semplici ‘non li vogliamo’ ma problemi oggettivi”. Come quello di una signora diventata “bersaglio” degli altri condomini per aver affittato un alloggio a un’associazione che l’ha poi utilizzato per ospitare migranti. “Anche in una palazzina via Righi la situazione è diventata difficile da gestire – ha aggiunto Rita Rossa – Ma io che strumenti ho, se neppure sapevo che lì c’erano migranti. Tutta la procedura è gestita dalle Prefetture. Poi, per carità, ci sono tavoli in cui condividiamo le informazioni, ma la norma è così. Il Ministero coinvolge le Prefetture, non i sindaci. Io, come tutti gli altri, ho appreso dai giornali dell’arrivo di altri 92 profughi nell’alessandrino. La Prefettura di Alessandria fino ad oggi ha sempre evitato concentrazioni, distribuendo gli arrivi in tutto il territorio, ma anche la Prefettura fa quel che può. Se una cooperativa affitta un intero palazzo e il criterio continua a essere solo quello della semplice dislocazione numerica si rischia una concentrazione che non è funzionale all’integrazione. Il sindaco, però, non ha voce in capitolo per dire “lì no, perché i servizi non sono adeguati oppure la situazione è già satura“.

Oltre al coinvolgimento “attivo” dei primi cittadini per Rita Rossa servono nuove norme, mezzi e risorse per affrontare l’emergenza profughi. “La logica non può essere semplicemente: ok, li abbiamo sistemati in un alloggio. E poi? Cosa succede dopo? Che cosa faranno queste persone tutto il giorno visto che è burocraticamente impossibile anche impiegarle in lavori socialmente utili alla collettività che li ospita? I cittadini che hanno un tenore di vita medio-alto non vedono i profughi come “concorrenti” ma non è così per chi non ha un lavoro o fatica ad arrivare a fine mese. Ma quale strumento abbiamo noi sindaci per costruire una vera integrazione in una situazione in cui tutto diventa pensione.

Per il sindaco Rita Rossa, quindi, “non si può più andare avanti così”. “Io non dico ‘basta, non voglio più profughi’, ma non si possono considerare i Comuni come spugne.  Io non condivido attacchi strumentali come quello sull’utilizzo della Valfrè per il Ramadan, situazione in cui ho solo concesso uno spazio in ottemperanza alla legge. Dopo di che, queste intolleranze nascono anche per una situazione che, oggettivamente, comincia a essere difficile da gestire e qualcuno se ne deve fare carico perché oltre un certo limite non si può pensare che le comunità reggano”.

Tatiana Gagliano

 

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