Autore Redazione
giovedì
15 Settembre 2016
22:00
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Politica - Tortona

I dubbi del M5S sui progetti di messa in sicurezza di Grue e Scrivia

I dubbi del M5S sui progetti di messa in sicurezza di Grue e Scrivia

TORTONA – Sono tanti i dubbi del Movimento 5 Stelle in merito agli annunciati progetti di messa in sicurezza di Scrivia e Grue, i due corsi d’acqua che inondarono di fango i comuni del tortonese colpiti dall’alluvione nel 2014. Per il Grue, hanno spiegato il consigliere regionale Paolo Mighetti e i due consiglieri comunali di Tortona Fabrizio Dellachà e Danilo Bottiroli, sono previsti lavori di “mitigazione del rischio” e un “maxi” prelievo di ghiaia dallo Scrivia. L’iter di questo progetto non convince però gli esponenti del Movimento 5 Stelle che hanno definito “veramente singolare” la scelta del settore decentrato regionale opere pubbliche e difesa del suolo di individuare il Comune di Viguzzolo come beneficiario del finanziamento per la redazione dello studio. Alla struttura tecnica di un comune di poco più di 3.000 abitanti si affida l’approvazione di un progetto territoriale di grandissima delicatezza che necessita della valutazione di professionalità quasi mai presenti negli uffici dei piccoli enti. “Come se non bastasse” hanno aggiunto Mighetti Dellachà e Bottiroli “viene divulgata a mezzo stampa una cifra di 25 milioni di euro per gli interventi necessari sull’asta. Come farà un piccolo comune a gestire un appalto del genere? Perché la Regione Piemonte, non si è direttamente attivata? Perché non si è attivata la Provincia?“.

I dubbi del Movimento 5 Stelle riguardano però anche i progetti annunciati per la messa in sicurezza dello Scrivia. “Oggi si apre la possibilità, con interventi di somma urgenza conseguenti all’alluvione, di fare prelievi di sabbia e ghiaia del valore di milioni di euro e qualche sindaco chiede che questo diventi ordinaria amministrazione. Insomma a giudizio di alcuni la gestione emergenziale dei sedimenti deve diventare regola mentre il prelievo programmato e gli interventi urgenti attuati dalla Regione Piemonte o da AIPO (fino a ventimila metri cubi cioè due ettari per un metro di altezza!) devono andare in soffitta.

Solo un appunto: a che santo si voteranno questi amministratori ogni volta che aspetteremo l’accumularsi di masse enormi di sabbia e ghiaia? Non è forse più sensato fare piccoli interventi ogni volta che si rendono necessari? Perché non spingono semplicemente Regione e AIPO a programmare ed attuare gli interventi come la legge prevede? Probabilmente l’appetibilità economica è maggiore in caso di grandi interventi e si pensa di aver trovato un nuovo antidoto per le difficoltà di bilancio. Questo, però, non ha certo a che fare con la sicurezza e per questa non deve essere spacciata.

Infine a leggere alcune tesi sembrerebbe che le alluvioni siano solo colpa dei sedimenti mentre si dimentica che nel 2014 sono franati nei rii e nei torrenti interi versanti portando con loro alberi e terreno. Per risolvere questo problema sarebbe necessaria una manutenzione a monte coinvolgendo il mondo agricolo e le aziende forestali. Purtroppo quest’attività di manutenzione ordinaria e straordinaria e coltivazione, non genera grandi appalti e forse per questo se ne parla troppo poco”.

In sintesi” per Paolo Mighetti, Fabrizio Dellachà e Danilo Bottiroli “a quasi due anni dall’alluvione vi sono in campo pochi soldi e poche idee molto confuse”.

 

 

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