17 Ottobre 2017
05:19
Alessandria: su Stellini un silenzio-assenso ma sono tante le incognite
ALESSANDRIA – Dopo l’ennesima prestazione incolore dell’Alessandria contro l’Arzachena chi si aspettava l’esonero di Stellini o comunque una presa di posizione netta da parte della dirigenza è rimasto deluso. Per ora nessun massimo dirigente della società grigia ha deciso di dire la sua: né il presidente Luca Di Masi (da quest’anno quasi sempre silente, salvo rare eccezioni), né il direttore sportivo Pasquale Sensibile, solitamente sempre pronto a mettere la faccia davanti a microfoni e telecamere nei momenti difficili.
“Su Stellini non è neanche lontanamente nei nostri pensieri alcuna ipotesi di cambiamento” aveva detto lo stesso Sensibile dopo la sconfitta contro l’Arezzo e in seguito a un confronto a caldo con mister e il presidente. Un faccia a faccia avvenuto anche domenica, sul manto erboso del Nespoli, nel quale evidentemente tutti e tre gli ingranaggi cardine dell’Alessandria hanno ribadito la volontà di evitare strappi.
Nel suo silenzio la società ha quindi implicitamente confermato Stellini sulla panchina dei grigi anche se, contro l’Arzachena, è emerso più di un indizio che avrebbe potuto provocare la proverbiale “scossa”.
Il primo è l’implicita ammissione di impotenza del tecnico, comunicata tra le righe dallo stesso Stellini nella conferenza stampa post gara: “Contro l’Arzachena abbiamo avuto più problemi del previsto, pur conoscendo bene le loro armi (…) col reparto offensivo dobbiamo lavorare con maggior attenzione.”
Il secondo indizio di uno Stellini indebolito è l’aver rimarcato, pur senza elevarlo ad alibi, il gol annullato a Bellomo: “Quest’anno è la terza volta che capita” ha detto il tecnico “c’è stato un sostanziale equilibrio che si sarebbe potuto rompere con quella rete.” L’episodio, per quanto dubbio, è avvenuto nel primo tempo e non all’ultimo minuto e, inoltre, anche l’Arzachena avrebbe potuto recriminare per la rete cancellata a Sanna dalla terna arbitrale, questa sì arrivata proprio sul finire del match. Anche una ipotetica e striminzita vittoria, inoltre, non avrebbe fatto certo cambiare i giudizi sulla prestazione dei grigi, di nuovo sterili e impalpabili.
E infine il terzo e ultimo tema: il rapporto Stellini-squadra. Un tecnico che, dopo la sconfitta con l’Arezzo, davanti a microfoni e telecamere definisce se stesso “l’anello debole” complica non poco il suo essere leader di un gruppo già alla ricerca perenne di personalità in campo (“la palla scottava” aveva detto il vice Bettella dopo il successo col Prato). Per non parlare dei continui cambi nella formazione titolare: un altro sintomo di insicurezza, evidente ad esempio nei passi indietro su Casasola e Cazzola, tornati domenica titolari dopo qualche panchina a fronte di un Ranieri a Olbia mai entrato in campo dopo che, all’esordio da titolare con l’attuale capolista Siena, non aveva certo sfigurato.
La partita di domenica contro il Pisa dirà poi se la sfuriata del tecnico a Olbia ha dato o no i suoi frutti: mettere metaforicamente “spalle al muro” i giocatori rappresenta un punto di non ritorno. O il gruppo fa autocritica e dà piena ragione al mister sfoderando una prestazione convincente oppure le crepe delle ultime gare diventeranno voragini. Una vittoria piena e meritata dell’Alessandria contro i toscani sarebbe la prova che Stellini ha ancora “in mano” lo spogliatoio. In caso contrario il presidente Di Masi dovrà entrare nell’ottica di dover scegliere l’ottavo allenatore della sua gestione.