Autore Redazione
lunedì
25 Luglio 2016
22:52
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Altri Sport - Valenza

Lucio Randazzo si gode la cintura tricolore: “E ora sogno l’America” [VIDEO]

Lucio Randazzo si gode la cintura tricolore: “E ora sogno l’America” [VIDEO]

VALENZA – Una cintura tricolore che pesa moltissimo quella conquistata sabato da Luciano Randazzo, neo campione italiano dei pesi superleggeri. Il boxeur della Apv Pugilistica Valenzana l’ha mostrata orgoglioso anche ieri nella nostra redazione, durante una lunga chiacchierata insieme al suo coach Adriano Gadoni. “E’ una cintura che, oltre al suo peso, rappresenta migliaia di ore di sudore in palestra, di sacrifici miei, del mio allenatore e di tutti quelli che mi hanno seguito. Ha un valore inestimabileha raccontato Lucio ai nostri microfoni “Ora però voglio arrivare in alto. Voglio difendere questa cintura, combattere per un altro titolo e poi andare in America come ho sempre detto. Sogno di diventare campione del mondo.”

A 48 ore dalla grande vittoria il livello di adrenalina è ancora alto per Luciano e tutto il suo staff. Da oggi, però, Randazzo ricomincerà a lavorare al punto ristoro della stazione di Alessandria. “Ringrazio la direttrice Valentina Gallo per avermi concesso la possibilità di effettuare gli allenamenti a ridosso del match. Faccio ancora fatica a credere in quello che sono riuscito a fare. Sono contentissimo per questo risultato. Ho lavorato tanto per diventare campione e ora la gioia è inesprimibile. Oltre al mio allenatore Adriano Gadoni e la mia famiglia ringrazio anche la mia fisioterapista Elisabetta Ferraris e il preparatore atletico Giorgio Reggiani.”

Impossibile, per il 24enne, dimenticare il tifo caloroso dei tantissimi valenzani, sabato al Palazzetto dello Sport. “Quando all’inizio ho sentito il boato al mio nome mi sono venuti i brividi. Di solito durante gli incontro mi isolo e non sento nulla ma sabato sera era veramente difficile. Un’altra grande emozione è stato l’inno italiano cantato da mia sorella.”

 

“Combattere in casa è sempre un’arma a doppio taglio” ha sottolineato il coach Adriano Gadoni “c’è più pressione. E poi sono senza voce perché non riuscivo a parlargli all’angolo da quanto rumore c’era. L’incontro si è caratterizzato sulla falsariga di quello del Teatro Principe, a Milano, ma sabato abbiamo messo De Donato più sottopressione. La sfuriata dopo il sesto round? L’ho sgridato perché si stava innervosendo e l’ho rimesso in riga. Doveva concentrarsi solo sul risultato e basta, e prima delle ultime riprese gli ho detto che era in svantaggio per non spronarlo a continuare e a dare tutto.”

 

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