La protesta degli agricoltori arriva anche a Mortara

MORTARA – Gli agricoltori si mobilitano anche a Mortara. Giovedì 15 febbraio, dalle 9 alle 18, gli agricoltori lomellini si raduneranno in presidio nel parcheggio del cimitero comunale, lungo la SS 494. Il mondo agricolo chiede al governo Meloni di congelare l’Irpef sui terreni agricoli per come era stato fatto in precedenza, cosi da attenuare la sempre più bassa redditività dei terreni cosi da permettere alle aziende del comparto di acquistare fitofarmaci, gasolio agricolo e diserbanti senza indebitamenti che hanno provocato la chiusura di decine di realtà produttive con il conseguente licenziamento di un gran numero di lavoratori: “In queste condizioni è impossibile sopravvivere – dice Carlo Besostri, imprenditore agricolo e presidente di Seed-Italia – e la nostra sopravvivenza è vitale per tutti i cittadini. Le risorse della terra sono indispensabili per l’alimentazione dunque non possiamo continuare a soffrire economicamente spesso lavorando in perdita. Chiediamo garanzie immediate e maggiori tutele dagli eventi climatici estremi, dal caro energia, dalle epidemie come l’aviaria ed altre, e dalla concorrenza sleale del resto del mondo. E’ ormai risaputo che il costo delle materie prime e dei carburanti aumentano di giorno in giorno mentre i prodotti finiscono sul mercato allo stesso prezzo ormai da troppi anni. Gli agricoltori italiani, oltre a condividere le istanze dei colleghi europei, chiedono una maggiore protezione del Made in Italy e lotta senza quartiere alle speculazioni…“.

Le politiche agricole europee, considerate dagli operatori dell’indotto decisamente schierate dalla parte degli ambientalisti e poco attente alle necessità dei lavoratori, provocheranno l’aumento sconsiderato dei terreni incolti con la conseguente impennata dei prezzi dei generi di prima necessità: “Uno dei punti più criticati è l’obbligo per gli agricoltori europei di lasciare incolto il 4 per cento dei propri campi ha aggiunto Besostri – cosi da incentivare la biodiversità dei terreni. Gli agricoltori italiani ed europei l’hanno sempre criticato questa imposizione considerandola come una inutile privazione di terreno potenzialmente produttivo. Il vincolo è contenuto nell’ultima versione della PAC ma non è mai davvero entrato in vigore, atteso che nel 2023 il provvedimento è stato sospeso a causa della crisi energetica e della guerra fra Russia e Ucraina“.

Il presidio continuerà a oltranza ed è prevista la partecipazione dei cittadini e delle istituzioni locali.