Autore Redazione
giovedì
22 Febbraio 2024
17:17
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Cronaca - Pavia

Chirurgia: Pavia, maxi aneurisma curato senza tagli a paziente sveglio

Chirurgia: Pavia, maxi aneurisma curato senza tagli a paziente sveglio

PAVIA – Un maxi aneurisma è stato trattato senza tagli, attraverso 5 forellini, da 4 chirurghi che hanno operato in contemporanea – su paziente sveglio – all’Istituto di cura Città di Pavia. Da affrontare c’era un voluminoso aneurisma soprarenale – spiegano dal Gruppo San Donato a cui fa capo la struttura – che coinvolgeva anche i vasi viscerali (di rene e intestino) e che è stato trattato per via percutanea dall’équipe guidata da Giovanni Bonalumi, responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia vascolare dell’istituto pavese, e da Andrea Azzaretti, angioradiologo consulente dell’ospedale, “tra i primi in Lombardia ad adottare questa metodica. Sono pochissimi, in Italia – sottolineano da Gsd – i casi che hanno potuto beneficiare di questa procedura minimamente invasiva che rappresenta il futuro nel trattamento degli aneurismi in pazienti non candidabili per la chirurgia tradizionale“.

Gli aneurismi – ricordano gli esperti – sono dilatazioni asintomatiche della parete arteriosa, anomale e non reversibili, la cui rottura potrebbe causare un’emorragia potenzialmente fatale. Il trattamento di elezione per l’aneurisma toraco-addominale è la chirurgia open, che prevede una grande incisione e l’asportazione dell’undicesima costa per poter raggiungere l’aortica soprarenale. L’intervento è in anestesia generale, dura 4-5 ore e prevede una convalescenza di 7-8 giorni e un lento recupero. “Il nostro paziente – riferisce però Bonalumi – non poteva sostenere un intervento in modalità open, poiché era affetto da diverse patologie croniche (insufficienza respiratoria e cardiaca, diabete) che avrebbero seriamente compromesso la buona riuscita dell’operazione. Pertanto abbiamo optato per una procedura percutanea, che non prevede incisioni cutanee, ma solo 5 piccoli fori che permettono il posizionamento della endoprotesi e degli stent nelle arterie“.

Attraverso 5 accesi percutanei, cioè piccoli fori nelle arterie, praticati su collo e arti – 2 nell’arteria femorale, 2 nell’arteria brachiale e uno nella carotide – 4 chirurghi hanno rilasciato in contemporanea l’endoprotesi aortica e gli stent che, seguendo una speciale guida e sotto monitoraggio radiografico con mezzo di contrasto, hanno raggiunto l’aneurisma, collocandosi correttamente sopra le arterie viscerali. La protesi è stata rilasciata ed espandendosi ha escluso l’aneurisma dalla vascolarizzazione. Il flusso sanguigno viene infatti convogliato attraverso l’endoprotesi e gli stent, allo scopo di isolare totalmente l’aneurisma e annullare così la pressione sanguinea che ne potrebbe provocare la rottura.

La procedura, molto complessa – si legge in una nota – ha avuto una durata di 2 ore e mezza durante le quali il paziente era sveglio. È stata necessaria solo un’anestesia locale, in corrispondenza dei fori praticati per il posizionamento dell’endoprotesi.

L’intervento per via percutanea prevede una degenza breve, nell’ordine di 2-3 giorni. Il paziente viene rimesso in piedi e cammina il giorno dopo la procedura. Il suo percorso prevede ora un controllo tra 2 mesi, tramite angiotac, in modo da verificare la perfetta funzionalità dell’endoprotesi.

Le procedure endovascolari – rimarca Bonalumi – rappresentano il futuro della chirurgia vascolare, poiché ci permettono di ottenere un risultato del tutto sovrapponibile a quello che raggiungeremmo con l’intervento a cielo aperto, ma con una mini-invasività che per il paziente fa davvero la differenza. Inoltre, queste procedure si possono estendere anche a pazienti con un quadro di salute complesso che, ad oggi, non erano candidabili per la chirurgia tradizionale“.

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