Addio a Lino Maga, il signore del “Barbacarlo”

PROVINCIA DI PAVIA – Si è spento Lino Maga, maestro viticoltore e memoria storica del settore wine in Oltrepò Pavese. Maga è il signor Barbacarlo, il produttore di un vino ruspante e contadino divenuto mito e leggenda. Di recente, Maga ha ottenuto il premio “Testimoni e messaggeri dell’eccellenze d’Oltrepò Pavese” assegnato all’Enoteca Regionale della Lombardia.

La fondazione della cantina Maga risale al 1896, quando gli antenati della famiglia intitolarono il proprio vigneto e un’intera collina alla memoria di uno zio Carlo: Barbacarlo, in dialetto pavese. Anni di lotte e battaglie legali hanno portato Livio ad avere il monopolio del marchio, prima sfruttato in tutto l’Oltrepò come sinonimo di buon vino, e a vedersi riconosciuto il vigneto come grand cru monopole.

Addio a Lino Maga, leggenda del vino d’Oltrepò Pavese

Lino, assistito ora dal figlio Giuseppe, ha coltivato i due cru di proprietà nel comune di Broni, il Barbacarlo e il Montebuono. Vitigni storici e centenari, senza l’uso di concimi chimici e diserbanti, con il sapiente utilizzo di un po’ di zolfo e di tanto buon senso contadino.

I vini di Lino Maga sono prodotti in quantità limitate a poche migliaia di bottiglie. Non si fregiano di denominazioni e non sono mai uguali a se stessi: cambiano secondo il millesimo e continuano ad evolversi in bottiglia fino a 30 anni. Sono vini molto longevi e corposi, caratterizzati da pungenza carbonica (a volte impercettibile a volte molto vivace), da tannini saporiti e da un’eccezionale versatilità negli abbinamenti a tavola. Come più volte sottolineato da Gianni Brera, uno dei primi e più grandi estimatori del Barbacarlo. Si tratta vini come si facevano una volta, senza lieviti aggiunti o temperature controllate, spesso imprevedibili ma sempre unici ed eccezionali, forti e genuini, artigianali e ricchi di storia.

“Il Barbacarlo che un cugino monsignore prende a Broni, basta mescerlo per vederlo montare in superbia: e quel mussare di spume fini e veloci sembra una risata cordiale; poi è buono altro che storie! E sarà l’infanzia, sarà la disposizione atavica, io di vini migliori ne ho pure bevuti e ne bevo, ma non ne trovo mai che mi piacciano sempre in egual misura, che siano altrettanto leali a qualsiasi livello” – Gianni Brera

Immagine di Italian Wine Club

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