Autore Redazione
giovedì
28 Maggio 2020
13:41
Condividi
Politica - Alessandria

Scuola, Flc Cgil: “Irresponsabile rinviare assunzioni al prossimo anno. Pronti allo sciopero”

Scuola, Flc Cgil: “Irresponsabile rinviare assunzioni al prossimo anno. Pronti allo sciopero”

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Il sindacato Flc Cgil ha espresso tutta la sua contrarietà rispetto all’accordo conseguito tra le forze di Governo sul concorso straordinario della scuola nella notte dello scorso 23 maggio. Cgil ha definito “irresponsabile” la scelta di rinviare le assunzioni al prossimo anno. Siamo pronti allo sciopero e a tutte le forme di conflitto utili a richiamare l’attenzione sulle necessità della scuola”.

“Siamo convinti che l’accordo sul concorso straordinario siglato nella notte del 23 Maggio non risponda all’obiettivo di semplificare la procedura concorsuale e mettere la scuola nelle condizioni di ripartire il prossimo settembre. Ci troveremo di fronte a un nuovo anno scolastico che comincerà con oltre 200 mila cattedre scoperte, 1200 nella sola provincia di Alessandria, avvicendamento di supplenti e difficoltà per famiglie e alunni”.

“La procedura straordinaria nasce dall’esigenza di riparare ad un torto che lo Stato ha commesso verso lavoratori precari che lavorano da anni nella scuola con contratti a termine, a dispetto delle norme europee che prevedono la stabilizzazione. Ma l’accordo raggiunto non snellisce la procedura, perché sostituisce il quiz con una prova scritta a risposte aperte, a cui poi seguiranno formazione e prova orale selettiva, con il risultato che i tempi di espletamento del concorso si allungheranno piuttosto che accorciarsi”.

“Del resto l’accordo si basa su un equilibrio molto precario e su un Pd diviso: il senatore Francesco Verducci ha confermato la propria opposizione e i suoi emendamenti mercoledi non sono stati approvati solo per un voto. Verducci , a differenza del resto del Pd, non voterà a favore in Senato oggi perché dal suo punto di vista l’accordo rappresenta «un passo indietro nella stabilizzazione dei precari».

Il concorso straordinario si farà dopo l’estate, presumibilmente in ottobre, al massimo a novembre. Non si baserà su test a crocette, ma si tratterà di una prova scritta con quesiti a risposta aperta. Chi parteciperà potrà svolgere la prova anche in un posto diverso rispetto a dove concorre. La prova deve essere superata con un punteggio minimo di sette decimi ed è distinta per classi di concorso e tipologia di posto. Per i posti comuni il concorso mira alla valutazione delle conoscenze e delle competenze disciplinari e didattico metodologiche oltre alla comprensione di un testo in lingua”.

“Di conseguenza la FLC CGIL totalmente insoddisfatta dell’accordo di maggioranza, insieme ai maggiori sindacati del settore, ha inviato ai ministeri competenti una richiesta di svolgimento del tentativo di conciliazione, sancendo formalmente lo stato di agitazione della categoria. Le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto accordi, con due governi e tre ministri, proprio su questa materia e responsabilmente hanno condiviso le linee guida su cui aprire un dibattito serio e costruttivo per riaprire le scuole a settembre”.

“Stiamo parlando di docenti e personale ATA che saranno pochi rispetto all’organico necessario per affrontare la riapertura, che impone fra l’altro l’adozione di misure organizzative di cui ogni giorno emergono anticipazioni più o meno fondate. L’unica certezza, al momento, è che il prossimo anno scolastico si presenta con un numero di precari mai visto prima e procedure di nomina più complesse legate alla situazione epidemiologica”.

“In questo contesto, che impone di guardare con estrema attenzione alla chiusura di questo anno scolastico e alla ripresa del prossimo, l’intesa di maggioranza decide di chiudere gli occhi di fronte alla realtà e rinviare le azioni nel tempo; con un accordo tutto teso a salvaguardare ruoli e rapporti politici nella maggioranza, si stravolge l’intero percorso fin qui compiuto con un lavoro durato oltre un anno”.

“L’esigenza, da tutti avvertita e fortemente rivendicata dai sindacati, di mettere in ruolo al primo settembre almeno una parte dei precari, che hanno permesso per anni e anni di fare funzionare la scuola, è stata alla base del confronto, volto a costruire anche attraverso il superamento della precarietà troppo diffusa un progetto di sviluppo del sistema scolastico che oggi deve in più affrontare i temi collegati all’uscita da un’emergenza senza precedenti. Servono risorse, serve confronto sindacale, serve rispetto per gli accordi. Si procede, invece, con atteggiamenti predeterminati e di contrasto. Non è questo il modo migliore per favorire una ripartenza del sistema scolastico sorretta da forti elementi di condivisione e collaborazione”.

“I problemi della scuola erano tanti e urgenti già prima che irrompesse l’emergenza della pandemia: progettare un ritorno alla didattica in presenza, di cui tutti avvertiamo impellente bisogno, significa oggi mettere in campo uno sforzo straordinario, fatto di investimenti, ma anche di rispetto e valorizzazione delle energie professionali di cui la scuola dispone, mettendo le istituzioni scolastiche in condizione di esprimersi e di operare al meglio. Mentre noi apriremo alle scuole a settembre con oltre 200 mila cattedre vacanti, e anzichè attivare ulteriori supplenze per garantire il distanziamento degli alunni nelle classi, la maggioranza pensa di rinviare le assunzioni al prossimo anno”.

Il governo sta gravemente mettendo a rischio il prossimo anno scolastico: con migliaia di cattedre scoperte e di posti vacanti di direttori dei servizi amministrativi, le scuole non possono ripartire. Dopo un anno e mezzo di trattative e intese ritorniamo al punto di partenza con una procedura che di straordinario ha ormai solo la demagogia di chi la sostiene contro l’interesse della scuola, dei lavoratori e degli alunni. Risorse insufficienti e provvedimenti inadeguati non permettono alla scuola di assolvere al suo mandato costituzionale e, soprattutto, non permetteranno di recuperare oltre 4 mesi di didattica in presenza, tempo scuola, apprendimenti e socialità”.

Condividi