Autore Redazione
mercoledì
24 Febbraio 2021
14:12
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Politica - Alessandria

Anche Locci contro il biogas a Valmadonna: “La politica si impegni per l’interesse pubblico”

Anche Locci contro il biogas a Valmadonna: “La politica si impegni per l’interesse pubblico”

ALESSANDRIA – Il Presidente del Consiglio Comunale Emanuele Locci, in nome del Gruppo Consiliare Alessandria Migliore con Locci, ha presentato una proposta di mozione riguardo la Variante parziale al piano regolatore, per permettere al Consiglio Comunale di affrontare urgentemente la questione del progetto del biodigestore per la produzione di biogas a Valmadonna. “Sono contento che sul tema della nuova centrale a biomasse ho sentito un coro pressoché unanime di voci contrarie commenta Locci – per questo ho ritenuto che questo generale orientamento politico dovesse trovare la forza e la formalità di un atto di indirizzo ufficiale da parte del Consiglio Comunale. Ho deciso di presentare una mozione nell’ambito della discussione della Variante al piano regolatore in quanto, se l’amministrazione comunale avesse già recepito come previsto dalla legge il Piano Paesaggistico Regionale, probabilmente questo progetto non potrebbe essere autorizzato”.

Infatti, si legge nella mozione, tutti gli strumenti di pianificazione urbanistica o territoriale sono chiamati ad adeguarsi al Piano paesaggistico regionale – strumento di tutela e promozione del paesaggio piemontese rivolto a regolarne le trasformazioni e a sostenerne il ruolo strategico per lo sviluppo sostenibile del territorio – entro 24 mesi dalla data di approvazione avvenuta con D.C.R. n. 233-35836 del 3 ottobre 2017. “Ogni variante apportata agli strumenti di pianificazione ed ogni nuovo progetto insistente sul territorio comunale deve dimostrare il rispetto dei contenuti del Ppr stesso – sostiene Locci – ed il progetto di impianto per la produzione del biogas a Valmadonna in località Cascina Porcellana sorgerebbe in un’area classificata dal Piano paesaggistico regionale come di elevato interesse agronomico e come area rurale di specifico interesse paesaggistico. Lo stesso D.Lgs. 387/2003 nel prevedere che impianti alimentati da biomasse possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici sottolinea che nell’ubicazione si dovrà tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale. Ci sono elementi tecnici sufficienti per opporsi alla realizzazione dell’impianto”. 

Con questa mozione il Presidente Locci chiede al Consiglio Comunale di sostenere tre indirizzi politici:

1) dichiarare la sua contrarietà alla realizzazione dell’impianto di digestione anaerobica di Valmadonna;

2) di impegnare la Giunta Comunale a tenere conto delle novità introdotte dal Piano paesaggistico regionale in ogni variazione degli strumenti urbanistici e di pianificazione territoriale;

3) chiedere al Sindaco e agli assessori competenti di assumersi la responsabilità di tutelare l’interesse pubblico alla salute e all’ambiente esercitando la propria attività discrezionale nel dare un chiaro indirizzo politico-amministrativo ai dirigenti in riferimento all’autorizzazione dell’impianto.

“Oltre agli aspetti tecnici c’è anche un aspetto politico – sottolinea Locci – ovvero che noi amministratori politici, nel rispetto del quadro normativo vigente, dobbiamo impegnarci prioritariamente al soddisfacimento dell’interesse pubblico che deve tenere conto delle motivazioni di salute pubblica, di tutela ambientale e di conservazione delle aree di interesse agronomico e paesaggistico. Nel caso dell’impianto di Valmadonna gli interessi pubblici devono essere tutelati fermando la realizzazione dell’impianto di produzione del biogas ed è necessario che gli organi di indirizzo politico-amministrativo adottino delle scelte nell’ambito della propria discrezionalità al fine di meglio tutelare questi interessi mentre i Dirigenti dovranno adempiere agli indirizzi loro assegnati dalla politica”.

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