Autore Redazione
sabato
24 Gennaio 2015
00:02
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La cinica comicità della Mandragola della compagnia Al Castello. Recensione

La cinica comicità della Mandragola della compagnia Al Castello. Recensione

CASALE MONFERRATO – 

     “Uno amante meschino,
     Un dottor poco astuto,
     Un frate mal vissuto,
     Un parassito, di malizia el cucco,
     Fien questo giorno el vostro badalucco.”   

I protagonisti della “Mandragola” sono citati nel prologo, recitato da un cantore che stabilisce un rapporto con il pubblico e introduce ad una vicenda ilare e boccaccesca basata su un assunto amaro: la corruttibilità di tutto ciò che pare solido e duraturo.

Venerdì 23 gennaio La Compagnia Teatrale Al Castello di Foligno ha presentato al Festival Teatrale I Crepuscoli di Casale Monferrato la “Mandragola“ di Machiavelli, di fronte ad un pubblico tanto numeroso da costringere all’aggiunta di ulteriori posti in sala.

Nel testo di Machiavelli, Callimaco (“l’amante meschino”, Tommaso Tardioli) ordisce con l’astuto Ligurio (“il parassito dotato di malizia”, Andrea Paris) un inganno per divenire l’amante della bella moglie dell’anziano e sciocco Messer Nicia (“il dottor poco astuto”, Mauro Formica). La beffa è crudele: per riuscire ad avere un figlio, quest’ultimo si convincerà a far bere alla moglie una pozione di mandragola e a costringerla a giacere subito dopo con un altro uomo (naturalmente Callimaco travestito), destinato, lui crede,  per gli effetti velenosi dell’erba, a morire al suo posto.

L’intrigo è fortemente comico e le situazioni sono paradossali. La vicenda ruota intorno all’inganno che si avvale di corruzione e che trascende ogni scrupolo morale. La fedeltà, la religione e il rispetto nulla valgono di fronte all’utile, sia esso economico o sensuale, e ciascun personaggio è corrotto da una bramosia che supera ogni ritegno.

Il taglio registico di Claudio Pesaresi (anche interprete, con voce profonda e incisiva, nelle vesti del cantore) mantiene la lingua originale di Machiavelli, con la sua complessità e i suoi latinismi, accentuando l’interpretazione e la gestualità. Il parlato assume una musicalità dagli accenti toscani e l’espressività degli interpreti è affidata ai volti e ai gesti, oltre che alle parole, che da arcaiche diventano godibili.

Da sottolineare l’interpretazione di Andrea Paris nelle vesti di Ligurio, un ingannatore cinico senza alcun limite, esilarante e centro in ogni momento dell’azione, grazie ad una mimica inesauribile e ad un’ironia crudele e pungente.

Splendida la scenografia di Goffredo Strappini, che rappresenta l’interno di una chiesa e una piazza su cui danno le due porte delle case dei protagonisti. Altrettanto sfarzosi i costumi che ricalcano la moda del ‘500, curati e ricchi in ogni particolare.

Non è facile vedere spettacoli tanto grandiosi e strutturati, che puntano sulla messa in scena di un testo non facile e che si avvalgono di scenografie e costumi preziosi, oltre che su un numero elevato di protagonisti.  Sicuramente una scelta coraggiosa e un risultato di altissimo livello per la versione fedele di un classico, la cui comicità dai molti risvolti travolge ancora oggi.

Recitazione ottima e di grande ritmo di tutti i protagonisti. In scena anche Alberto Trabalza, Massimo Pergolesi, Mimma Verdenelli, Francesca Zafrani e Maria Segoni.

Il Festival Teatrale I Crepuscoli, all’Auditorium Santa Chiara di Casale Monferrato, prosegue sabato 24 gennaio con “Margarita e il gallo” della Compagnia Il Mosaico di Vigevano con la regia di Fulvio Palombi.

Nicoletta Cavanna

 

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