Cronaca

La Cgil spiega perché non parteciperà alla manifestazione di Stop Solvay

ALESSANDRIA – La Cgil non parteciperà alla manifestazione in programma sabato organizzata dal comitato “Stop Solvay” per chiedere il biomonitoraggio e la chiusura dello stabilimento di Spinetta Marengo. Il sindacato infatti da anni sta combattendo per difendere la salute dei cittadini e insiste nella richiesta di una attività di monitoraggio e prevenzione della salute di quanti vivono in Fraschetta incalzando l’Asl-Al ma il 15 ottobre 2022 non si unirà alla protesta del gruppo di ambientalisti. “Noi siamo un sindacato progressista fortemente legato ai valori della Costituzione e nelle premesse della manifestazione manca il riconoscimento al diritto al lavoro: non possiamo pensare che una manifestazione chieda la chiusura di un sito facendo perdere il lavoro a centinaia di persone“. Una posizione che si deve affiancare alla necessità di tutelare la salute dei cittadini, ma con un ragionamento che tenga conto delle implicazioni di scelte drastiche come la chiusura immediata del polo chimico, richiesta appunto dal comitato “Stop Solvay”. Chiunque si occupi di tutela e sicurezza – ha spiegato Franco Armosino – conosce bene, per esempio, la situazione del sito dell’ex Ecolibarna dove, da più di 30 anni, si trascina una bonifica dalla lentezza infinita con le sostanze velenose che continuano a inquinare“. Questa storia, spiega Armosino, racconta che in Italia “purtroppo non esistono i posti chiusi e immediatamente bonificati per mancanza di risorse“. Un altro esempio deriva dall’Acna di Cengio “oggi causa di un tasso di mortalità più alto di quando era aperta, perché è un’azienda abbandonata da parecchi anni senza nessuna manutenzione interna, senza bonifica e messa in sicurezza”. Tutti dati “da tenere presente e che impongono la necessità di azzeramento di inquinanti non con l’abbandono dei siti problematici , inquinati, ma applicando le tecnologie già conosciute, come quelle di cui la Solvay già dispone e che noi pretendiamo siano applicate“. Solo così, specifica Armosino “si possono eliminare gli inquinanti esistenti in modo concreto e reale, tutelando i cittadini“.

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