Autore Redazione
venerdì
27 Gennaio 2017
05:03
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Cronaca - Alessandria

L’Europa premia i ricercatori alessandrini: l’UPO capofila di un progetto da 5 milioni di euro

Si intitola Multi2Hycat: l’Università del Piemonte Orientale ha coordinato un consorzio internazionale con altri sette partner, tra i quali anche Solvay.
L’Europa premia i ricercatori alessandrini: l’UPO capofila di un progetto da 5 milioni di euro

ALESSANDRIA – Produrre materiali in grado di dar vita a prodotti chimico-farmaceutici spendendo di meno e con un basso impatto ambientale. Questo l’obiettivo di Multi2Hycat, un progetto internazionale coordinato dall’Università del Piemonte Orientale, in particolare dal Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica di Alessandria. Su 36 proposte in ballo a livello europeo, Multi2Hycat (“MULTI-site organic-inorganic HYbrid CATalysts for MULTI-step chemical processes”) è stata la migliore e ha ottenuto un finanziamento di 5 milioni di euro, 1 dei quali destinato interamente al Disit.

L’Università del Piemonte Orientale, rappresentata in particolare dal professor Leonardo Marchese – Direttore del Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica di Alessandria, ha coordinato un consorzio internazionale, formato da un altro ateneo come l’Università di Southampton oltre al Centre National de la Recherche Scientifique (Francia) e l’Instituto de Tecnología Química (UPV-CSIC) del Consejo Superior de Investigaciones Científicas (Spagna). I partner industriali sono aziende di riconosciuta proiezione mondiale: Solvay (Belgio), Almirall S.A. (Spagna), PNO Consultants Gmbh (Germania) e Cage Chemicals Srl (Italia), uno spin-off dell’UPO.

“L’idea è nata a ottobre 2015 e lo scorso maggio abbiamo presentato il progetto” ha sottolineato la professoressa Enrica Gianotti “si tratta di creare materiali innovativi ibridi, composti cioè da una parte organica e una inorganica, in grado di poter poi sviluppare su scala industriale farmaci e prodotti chimici a basso costo e salvaguardando l’ambiente. Abbiamo già selezionato alcune funzionalità.”

Il numero totale di ricercatori coinvolti nel progetto sarà di circa 50, in 8 laboratori europei. Ad Alessandria, sede del DISIT, saranno oltre 10 i ricercatori impegnati nella ricerca. I fondi in arrivo consentiranno alla “squadra” dei chimici-fisici del Disit di allargarsi con l’assunzione di un tecnico, due ricercatrici, un post-doc e un altro paio di dottorandi a partire da ottobre.

“Il nostro gruppo di ricerca si è rivelato quantomai attivo e affiatato” ha sottolineato Leonardo Marchese “abbiamo lavorato con grande entusiasmo e abbiamo ottenuto risultati rilevanti. Questo è il quarto progetto che coordiniamo: servono esperienza e capacità manageriali. Per il nostro ateneo siamo stati degli apripista. Tredici anni fa siamo stati i primi a dar vita a un lavoro di carattere europeo. I numeri del ministero dell’Università e della Ricerca dicono che siamo uno dei migliori gruppi in Italia, con un gran numero di pubblicazioni e citazioni.”  

Il prossimo appuntamento sarà tra 6 mesi per le prime verifiche e i successivi step del progetto, diviso in 9 fasi lungo i 4 prossimi anni.

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