21 Ottobre 2017
08:00
Il viaggio e ciò che rimane. Recensione di L’altra Odissea\Hobo
ALESSANDRIA – L’acqua, il suo rumore, l’evocazione del viaggio per lo scopo di viaggiare e un caleidoscopio di sonorità e di radici.
Tutto questo rimane impresso a livello emozionale e poi pesato in termini di contenuto in “L’altra Odissea\Hobo”, lo spettacolo che ha inaugurato MigrAzioni, la stagione teatrale MARTE al Teatro San Francesco , venerdì 20 ottobre, e che è terminato con una festa con il pubblico per i 10 anni della Compagnia Stregatti.
Hobo è l’ultimo disco di Gabriel Delta e il suo significato è vagabondo, lupo solitario, un Odisseo alla ricerca del nuovo, che attraversa mondi e li porta con sé. “L’altra Odissea\Hobo” è una drammaturgia costruita su una traccia musicale, che tesse amore e passione su una rete di storie che rimandano all’Africa, all’America latina, al poema omerico e ad un’atmosfera orientale. Il testo scritto e interpretato da Giusy Barone anticipa i contenuti dei brani che Gabriel Delta canta con la sua band, composta da Daniele Mignone al basso, Gianni Gotta alla chitarra, Carlo Bellotti alla batteria e percussioni, ma li collega anche alla sete di conoscenza del vagabondo Odisseo. Hobo è un po’ Odisseo e un po’ Omero, è un viandante che entra nel cuore di ciò che vede e vive. Canta la ninna nanna di una schiava in un campo di cotone al suo bimbo o una ballata d’amore, passa dal genere folk al blues, al latino e incanta Nausicaa, che è travolta da una magia e dal desiderio di ascoltare ciò che pare incredibile.
Gabriel Delta e Giusy Barone si scambiano le parti. Lui dialoga, è Odisseo, con un accento straniero e un fare magnetico, lei canta un tango di Mercedes Soza e due brani messicani. E poi rivive il viaggio omerico, con Circe e le sirene, mostri che si fondono con “La Bruja”, la strega messicana, della bellissima canzone cantata da Giusy Barone nella versione di Lila Downs. Nausicaa viene abbandonata, Odisseo riprende il suo viaggio attraverso mondi diversi e riappare in ogni vagabondo che porta con sé l’anima di diverse culture, è tutti loro e nessuno.
Uno spettacolo che emoziona e lascia un’impronta forte, che fa ballare sulla sedia il pubblico e che rimane dentro per la coerenza di testo parlato e musica. Resta la ricchezza di un viaggio che tutto collega e molto evoca.