Autore Redazione
giovedì
21 Giugno 2018
10:34
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Cronaca - Alessandria

Dolore in provincia, è morto Giovanni Carpené, papà della Stralessandria

Aveva anche creato l'ufficio stranieri della Cgil
Dolore in provincia, è morto Giovanni Carpené, papà della Stralessandria

ALESSANDRIA – Quella di oggi è una delle mattine più tristi per la provincia, che perde Giovanni Carpené. Da tempo malato questa mattina si è spento, a 89 anni. L’età non conta però per una figura che rimarrà a lungo negli occhi di chi l’ha conosciuto. Le lacrime di chi è stato raggiunto dalla notizia sono la conferma del bene che Giovanni ha saputo elargire senza mai risparmiarsi. I suoi enormi occhiali, la sua bontà, i suoi progetti lungimiranti sono solo alcuni dei pezzi della lunga vita di una persona unica.

Giovanni era nato in un paese di Treviso, a Conegliano, ma la sua storia non conosce geografia. Era un prete cattolico che dopo alcune esperienze in Belgio arrivò ad Alessandria per lavorare in una fabbrica metalmeccanica. Divenne sindacalista della Cgil e, tra i tanti ruoli e le decine di intuizioni, creò l’ufficio migranti, una delle realtà centrali ancora oggi nella sede in via Cavour. Era un cittadino del mondo e per questo la carica di primo Presidente dell’Istituto per la cooperazione allo Sviluppo era la dimensione perfetta per un uomo dalla grande generosità.

Come ricorda Piero Sacchi, attuale presidente dell’Ics, fu lui a dare vita alla Stralessandria per raccogliere fondi in favore dell’ospedale nicaraguense, grazie ai contatti anche con l’ospedale San Gerardo di Bergamo. “Per primi a livello europeo – ha raccontato ancora Piero Sacchi – rompemmo anche l’omertà sulla nuova Cambogia, la nostra fu la prima delegazione europea ad arrivare lì peer stabilire rapporti ufficiali”. “C’era una grande amicizia tra noi – ha continuato Sacchi – e si facevano le cose solo se ci divertivano. Lui era una persona che si arrabbiava se durante le riunioni se si faceva rumore ma poi andava in giro con la moto senza marmitta.” 

Grazie a Giovanni, ha raccontata Barbara Laveggio, anche lei ex direttore Ics, “l’Istituto per la Cooperazione allo Sviluppo si impegnò fortemente per la cooperazione in Cambogia. Frutto di quell’impegno sono gli acquedotti di Staung e Taing Krasaing, co-finanziati dalla Commissione Europea e inaugurati rispettivamente nel 2003 e 2007. Gli acquedotti sono gestiti da enti pubblici e portano acqua potabile a più  di 21.000 persone. Da Giovanni discende anche il ruolo determinante che l’Istituto ebbe nella Campagna contro le Mine, premio Nobel per la pace 1997″.

Negli ultimi anni della sua vita, Giovanni volle fortemente la pubblicazione della biografia di sua sorella, Onesta, che dedicò la vita alla cooperazione in Vietnam e in Cambogia. Il libro Il tesoro nel campo, di M.Collier-Bendelow e L.Pillonetto è stato pubblicato da Cittadella Editrice nel 2016.

Giovanni ascoltava tutti, guardava a lungo gli interlocutori, leggeva l’anima. Dirgli addio è una delle cose più tristi.

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