Autore Redazione
martedì
1 Aprile 2014
00:00
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Cronaca - Alessandria

Per le bici la strada, ad Alessandria, non è poi così in salita

Per le bici la strada, ad Alessandria, non è poi così in salita

L’attenzione nei confronti di chi usa la bici ad Alessandria non è poi così scarsa come spesso si crede. Lo dice il dossier “A-bici” della ciclabilità redatto da Legambiente, Bikeitalia e Retemobilità Italia. Alessandria è al settimo posto per metri equivalenti di piste ciclabili ogni 100 abitanti. Sono 19,16 contro i 38 della città in cima alla classifica, Reggio Emilia. Nella graduatoria che valuta in generale tutti gli indicatori collegati al mondo delle bici, dall’uficio bici ai cicloparcheggi, Alessandria si accontenta di un 31esimo posto con un indice pari a 41 su 100. Il primato spetta a Treviso con 82 punti.

I dati del dossier sono anche una buona occasione per prendere dei modelli come esempio. Nella classifica relativa alla mobilità nuova, alle città che nel proprio territorio sono riuscite a fare in modo che gli spostamenti motorizzati individuali in auto, moto e scooter scendessero a un livello accettabile, inferiore o vicino a un terzo del totale, Bolzano ad esempio eccelle. In questo caso la somma di spostamenti in auto e moto arriva al 30% e molto distanziata Pisa, col 41% di spostamenti individuali motorizzati. La città altoatesina ha ottenuto il pregevole risultato riducendo i parcheggi di superficie, aumentando la sicurezza di chi si muove con le proprie gambe, ampliando le aree pedonali e facendo ricorso alle corsie protette per le bici in quei tratti di strada dove proprio era impossibile garantire una armonica convivenza tra i vari veicoli.

Visto che parliamo di modelli il dossier indica alcune città estere da cui poter attingere insegnamenti. Bilbao, ad esempio, ha rigenerato gli spazi urbani rendendo molto scomodo lo spostamento motorizzato (strade più strette, limiti di velocità severi, tariffe di parcheggio elevate) e ha visto subito salire tanta gente su tram, bus e anche biciclette, nonostante un territorio pieno di saliscendi. Lo stesso è successo in alcuni centri urbani ungheresi che, in soli sette anni, hanno visto crescere da zero fino al 20 per cento la quota di spostamenti in bicicletta. E’ il risultato di un lavoro di squadra governo-comuni: il primo ha sì investito in ciclabili e cicloposteggi, ma nel mentre i secondi hanno lavorato per rendere difficile l’accesso in macchina alle aree centrali, riducendo i parcheggi su strada e aumentando il prezzo della sosta. A Budapest, per dire, tra 2004 e 2011 l’uso dell’auto privata s’è più che dimezzato, passando dal 43 al 20%.

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