Autore Redazione
venerdì
4 Ottobre 2019
05:00
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Cronaca - Alessandria

Depuratore Orti: “superata l’emergenza”. Da fine mese attive le due nuove linee

Con tutte le quattro linee in funzione il depuratore degli Orti dovrebbe reggere senza problemi il carico di reflui che nelle scorse settimane ha mandato in blocco l'impianto
Depuratore Orti: “superata l’emergenza”. Da fine mese attive le due nuove linee

ALESSANDRIA – Terminerà questo venerdì 4 ottobre l’intervento straordinario al depuratore degli Orti di Alessandria. L’azienda alle 17 dovrà chiudere la paratoia che dallo scorso 30 settembre ha permesso di bypassare l’impianto e scaricare i reflui direttamente nel Tanaro. “L’emergenza è superata“, ha garantito Amag Reti Idriche, durante l’intervento nelle vasche riuscita a contenere il fastidioso problema dei miasmi con gli 80 cattura-odori all’essenza di pino. 

Gli alessandrini, in particolare quelli residenti vicino al depuratore, nei prossimi giorni potrebbero ancora avvertire qualche odore. Inizialmente, infatti, solo una delle due vecchie linee di depurazione sarà in funzione, e quindi i reflui che finiranno nel fiume saranno ancora “solo parzialmente trattati”. A fine mese Amag Reti Idriche conta però di azionare anche le due nuove vasche che raddoppieranno la capacità dell’impianto, così da rientrare nei limiti dello scarico da dicembre. I lavori sono praticamente finiti, manca solo il quadro elettrico“, ha spiegato Giuseppe Righetti, direttore Ambiente e Depurazione di Amag Reti Idriche.

Con tutte le quattro linee in funzione il depuratore degli Orti dovrebbe poi reggere senza problemi il carico di reflui che ha mandato in blocco l’impianto. Nei mesi scorsi, infatti, Amag Reti Idriche ha dovuto anticipare” il collettamento delle nuove tratte di fognatura delle zone Est e Ovest della città, prima di aver completato i lavori per le nuove vasche. “Non avevamo altra scelta” ha spiegato e ribadito anche in Commissione a Palazzo Rosso il direttore Ambiente e Depurazione di Amag Reti Idriche Righetti.

A maggio del 2018 l’azienda si è vista cassare la richiesta di proroga dell’autorizzazione che fino al quel momento aveva consentito lo scarico dei reflui non depurati dell’area di Spinetta nel Rio Lovassina. Il depuratore degli Orti, progettato e realizzato per servire 70 mila abitanti, e quindi già prima “non del tutto efficiente”, da ottobre 2018 ha iniziato a ricevere anche i reflui dei circa 10.000 residenti della zona della Fraschetta a cui si è aggiunto, a giugno del 2019, il carico del collettamento del sistema fognario del sollevamento Chiappona, che conta un bacino di circa 8000 abitanti.
Progettato per una portata media giornaliera di 12.000 mc/g, il depuratore è arrivato a 16500 mc/g, quindi “quasi il 40% in più”.

Non abbiamo mai nascosto agli Enti il progressivo peggioramento della capacità depurativa dell’impianto ha puntualizzato Righetti, affiancato in Commissione a Palazzo Rosso dall‘Amministratore Unico di Amag Reti Idriche, Mauro Bressan, e al mattino, nella sede Amag, anche dal presidente del Gruppo, Paolo Arrobbio.

Verbalmente“, ha aggiunto l’azienda, si sarebbe “concordato di aspettare” perché all’epoca le condizioni dell’impianto erano “serie ma non drammatiche”. Già “sovraccaricato, il depuratore non ha però retto al caldo di questa estate, che ha contribuito alla moria dei fanghi con i fastidiosi effetti “puzza” e schiuma nel fiume Tanaro.

Esclusi rischi per la salute dei cittadini per i pungenti odori che nelle passate settimane hanno fatto squillare i telefoni di Arpa fino a 250 volte in un giorno, Amag Reti Idriche “esclude anche possibili danni ambientali “perché la portata media dello scarico è quattrocento volte inferiore alla portata media del Tanaro“.

La considerazione “tecnica” dell’azienda su eventuali danni ambientali non convince però il Direttore di Arpa Alessandria, Alberto Maffiotti. In queste settimane, ha spiegato durante la Commissione in Comune, la portata d’acqua del fiume “è meno della metà della media di 78mc/s” e per valutare eventuali danni ambientali conta anche “la concentrazione degli scarichi“, ha aggiunto fermo il Direttore dell’Agenzia per la protezione ambientale.

Per Arpa, nei giorni scorsi intervenuta sulla vicenda “per spiegare ai cittadini quello che nessuno aveva spiegato”, chiedere di eventuali danni ambientali è “doveroso“. “Dovere di Arpa”, ha aggiunto piccato Maffiotti, era anche quello di richiedere all’azienda i “BAT”, Best Available Techniques, per il contenimento degli odori prodotti dall’impianto.

La prescrizione ha imposto una delle revisioni del progetto di miglioramento dell’impianto che, sommata alle richieste arrivate da Aipo a Ato, avrebbe fatto accumulare “ritardi” ad Amag Reti Idriche, poi non riuscita a completare i lavori in tempo per reggere la nuova portata di reflui sul depuratore degli Orti. Una spiegazione che è suonata male alle orecchie di Arpa, perché“non si può imputare agli Enti di richiedere ciò che è dovuto”, ha puntualizzato in Commissione Maffiotti.

Gli attuali amministratori di Amag, entrati in carica chi nel 2014 e chi ancora dopo, però, ce l’avrebbero “messa tutta” per non vedere sfumare i circa 4,2 milioni di euro di finanziamenti regionali, cui si sono aggiunti 270 mila euro dell’Ato6 ,e potenziare un impianto su cui l’azienda aveva già investito in passato. Come ricostruito “a fatica” dal direttore Righetti “spulciando vecchi documenti impolverati”, tra il 2005 e il 2007 l’Amag affidò complessivamente 8,5 milioni di euro di lavori, finanziati anche dalla Regione, a un raggruppamento di imprese con capogruppo la mandataria Eurodepuratori proprio per raddoppiare le linee del depuratore degli Orti e riuscire così a trattare i reflui di un bacino di 110 mila abitanti.

Quegli interventi portano, però, solo alla “parziale costruzione delle due nuove linee” e non vennero“mai realizzate le opere secondarie per farle funzionare”. Come ricostruito sempre dagli attuali amministratori dell’azienda, nel 2007  Amag rescisse il contratto perché i lavori non vennero svolti “in piena conformità alle specifiche contrattuali”.  

A settembre del 2009 il cantiere fu quindi interrotto. “I manufatti  mal realizzati” rimasero inutilizzati per un decennio e si “degradarono” a tal punto da dover essere “completamente demoliti” quando Amag iniziò i nuovi lavori che entro la fine di quest’anno dovrebbero finalmente potenziare il depuratore.

In attesa di verificare la definitiva risoluzione del problema miasmi e reflui nel Tanaro, si è ora aperto un nuovo interrogativo anche tra i consiglieri comunali di Alessandria proprio sui “fondi pubblici” impiegati per i lavori al depuratore degli Orti del 2007 e poi “mai ultimati”.

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