20 Aprile 2015
15:54
Libera sulla tragedia dei migranti: “no alla facile strada del consenso. Si imbocchi quella difficile ma feconda della giustizia sociale”
Libera contro le mafie ha pubblicato ieri una nota in cui ha commentato la spaventosa tragedia di centinaia di migranti a largo dei mari italiani. Nel viaggio disperato dalla Libia verso l’Italia non numeri ma persone hanno trovato la morte. Una tragedia su cui Libera si è espressa così:
“Proviamo un immenso dolore per queste morti innocenti. È una triste storia che continua e anche le parole sono stanche. Sono morti che devono pesare sulle coscienze di tutti. E dovono farci dire basta, basta ai trafficanti di morte, basta ai venditori di illusioni, basta a chi anche su queste morti fa propaganda, basta a chi cerca scorciatoie con leggi che negano diritti, alimentano illegalità e disperazione. Le morti di questa ennesima e dolorosa tragedia, non possono essere considerate una fatalità, come non possono essere quelle delle centinaia di migliaia di persone che, dal 1988 a oggi, dopo aver patito fame, guerre e violenze, hanno cercato di raggiungere un’Europa sognata come terra promessa e scoperta come fortezza, spazio chiuso e ostile. A ucciderle sono state allora leggi costruite per renderci ciechi e insensibili. Leggi che parlano di «flussi» invece che di persone, che alimentano paure invece di costruire speranze. Leggi che hanno favorito indirettamente i traffici, le forme di sfruttamento e di violenza. Leggi, infine, a cui non basta più rimediare con la solidarietà, col cuore generoso di chi accoglie nella quotidianità o si prodiga nei soccorsi quando avvengono tragedie come quelle di queste ore. Nessuno, sull’immigrazione, ha la ricetta in tasca. Ma il forte elemento multietnico della nostra società – una realtà di fatto, piaccia o dispiaccia a qualcuno – ci impone di trovare il difficile punto di equilibrio tra accoglienza e legalità. All’Italia e all’Europa, alla politica chiediamo un atto di coraggio: abbandonare la facile strada del consenso per imboccare quella difficile ma feconda della giustizia sociale. Una politica che sia capace di trasformare quelle paure in speranze. Davanti a questa tragedia, come chiediamo conto alla politica, siamo chiamato anche noi come cittadini, come associazioni, come gruppi ad assumerci la nostra quota di responsabilità. Quel naufragio è anche figlio del naufragio delle coscienze, e solo una coscienza risvegliata, corresponsabile, restituirà a quelle persone la dignità che gli è stata tragicamente negata .”
Così, in una nota, Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie sull’ennesima tragedia dei migranti nel Canale di Sicilia.