Autore Redazione
domenica
10 Maggio 2015
00:05
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Eventi

Uno Shakespeare scoppiettante. Recensione de “La bisbetica domata” al Teatro Besostri di Mede

Uno Shakespeare scoppiettante. Recensione de “La bisbetica domata” al Teatro Besostri di Mede

MEDE – “Che questa bestia impari dal teatro ciò che il teatro sa regalare”

A Christopher Sly, un ubriaco cui viene fatto credere di essere nobile e cui viene proposta, per diletto, la commedia “La bisbetica domata” (cornice filologicamente fedele all’originale shakespeariano), il destino di imparare dal teatro e al pubblico il compito di trarre una morale, che non necessariamente è la più scontata e leggibile.

Sabato 9 maggio “La bisbetica domata “ di Shakespeare, per la regia di Antonio Grazioli e presentata dalla Compagnia Teatrale GOST,  ha chiuso la ricca e seguita stagione del Teatro Besostri di Mede.

La trama è nota e gira attorno ai metodi brutali usati da Petrucchio per domare Caterina, fanciulla arrogante e difficile, mentre, in parallelo, si dipana la storia d’amore tra la dolce Bianca, sorella della bisbetica, e Lucenzio, che si finge maestro di filosofia per competere con i tanti pretendenti alla mano dell’amata.

Un testo che rappresenta una sfida per l’inattualità della concezione alla base del rapporto tra i sessi, che può essere messo in scena in modo credibile solo con un taglio innovativo, pur nella conservazione dei preziosi dialoghi shakespeariani.

Antonio Grazioli (anche in scena nelle parti di Sly e Petruccio) sceglie di mantenere l’impostazione metateatrale, suggerendo un’ironia che prende corpo nella recitazione. Il teatro nel teatro è enfatizzato inizialmente con dialoghi manierati, che mettono in risalto dei cliché. L’apice dello stereotipo si concretizza nel primo incontro di Petruccio e Caterina, con voci fuori campo e una mimica marionettistica, di fronte ad un pubblico che assiste. La vicenda segue un crescendo che giunge ad un climax di drammaticità, laddove il dolore della protagonista, privata di libertà, di cibo e vestiti, diventa vero e si tinge di disperazione, perdendo tutta l’ironia dell’impostazione originaria.

Al taglio ironico, che ricorda a chi assiste che di storia si tratta, si accompagna una scenografia composta di solidi colorati, spostati in continuazione a ritmo di disco music e con movenze di danza. Gli abiti dai colori e dalle fantasie sgargianti, smaccatamente anni ’70,  danno una dimensione pop travolgente, in un unicum dal ritmo serratissimo, segnato da una gestualità travolgente.

Splendida Laura Negretti, una bisbetica flessuosa, che si muove e, a tratti, danza con l’agilità di una belva, incantando sia nell’eccesso che nella remissione.

In scena con lei Antonio Grazioli, Silvia Ripamonti, Daniela Italiano, Barbara Annoni, Anna Rachele Uslengo, Alessandro Baito, Stefano Pozzoli. Ognuno interpreta più personaggi , in una soluzione laddove la gestualità sortisce un effetto corale di grande efficacia e rapidità. Su tutto sempre il piano metateatrale che consente uno sguardo altro e dona attualità a ciò che altrimenti apparirebbe oggi desueto.

Un allestimento notevole e da segnalare per qualità di recitazione e per abilità nel calibrare eccesso e veridicità. L’effetto è incantevole e vorticoso per commistione tra voce, musica e danza.

Il prossimo appuntamento fuori cartellone al Teatro Besostri sarà, sabato 16 maggio, alle ore 21, una serata benefica il cui ricavato sarà devoluto al Canile di Mede, con la Anonimi Band in concerto e la partecipazione del comico Claudio Batta.

Nicoletta Cavanna

 

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