Un robot chirurgo ortopedico per l’Istituto Beato Matteo di Vigevano

PAVIA – L‘Istituto Clinico Beato Matteo di Vigevano ha introdotto una nuova tecnologia all’avanguardia nel campo della chirurgia ortopedica. È un robot “chirurgo”, un dispositivo di nome “Rosa Knee System” con il compito di aiutare il medico specialista durante gli interventi di protesi totale di ginocchio. Il sistema, che fa parte del Gruppo San Donato, è stato introdotto dal chirurgo Fabio Bertaiola, medico con più di vent’anni di esperienza nell’ambito della chirurgia protesica di anca e di ginocchio.

In breve, come spiegato da Bertaiola, il robot “Rosa Knee System” utilizza la tecnologia Cobotic (in inglese, Collaborative Robotics). Consente al medico di lavorare in modo ancora più accurato con il paziente per ottenere risultati più precisi e meno invasivi durante l’intervento. Inoltre, questo tipo di tecnologia può ridurre il dolore e il sanguinamento, velocizzare il processo di guarigione e ridurre i tempi di ospedalizzazione.

Come funziona il Rosa Knee System

Durante l’intervento, il chirurgo effettua la prima incisione e posiziona due gruppi di sensori ottici sull’arto inferiore del paziente, uno sul femore e uno sulla tibia. Questi sensori comunicano con un rilevatore che trasmette tutte le informazioni al robot, a quel punto in grado di effettuare una ricostruzione tridimensionale del ginocchio. Il robot aiuta il chirurgo a eseguire tagli ossei precisi e millimetrici, per ottenere un perfetto posizionamento della protesi totale di ginocchio. Dopo l’intervento, la collaborazione tra chirurgo, anestesista, fisioterapista e personale infermieristico è fondamentale per il controllo del dolore e per una rapida ripresa del paziente. Il Gruppo San Donato sottolinea l’importanza di questa stretta interazione per garantire una guarigione ottimale.

“Grazie al Rosa Knee System – spiega ancora Bertaiola – possiamo personalizzare il percorso chirurgico di ogni singolo paziente, ottenendo risultati post-operatori straordinari. Sono entusiasta di poter offrire al territorio della Lomellina questa grande opportunità di cura: i pazienti non dovranno più spostarsi nelle aree limitrofe”.

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