3 Settembre 2024
07:06
Diab3king 2024, la montagna come terapia
PROVINCIA DI CUNEO – Si è concluso domenica il Diab3king 2024. Quattro giorni, da giovedì 29 agosto, ai piedi del Monte Gelas, nel cuore del Parco delle Alpi Marittime, per il progetto “Diab3king 2024”. Un’iniziativa parte del più ampio progetto “Campo Educativo Terapeutico in ambiente montano” (alla sua dodicesima edizione), rivolta agli adolescenti affetti da Diabete Tipo 1, nata nel 2011 e promossa dall’associazione Jada (Junior Associazione Diabetici Alessandria), in collaborazione con l’associazione AGD Piemonte e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, che si svolge con il CAI di Cuneo e i suoi accompagnatori di Alpinismo Giovanile.
L’obiettivo di “Diab3king” è quello di “utilizzare” la montagna come terapia, in questo caso attraverso l’esplorazione del territorio del parco, il confronto con medici ed educatori, oltre che attraverso la condivisione con ragazzi e ragazze. 32 i giovani, di età compresa tra i 14 e i 18 anni, che hanno preso parte a questa iniziativa, supportati da un’equipe medica degli ospedali S. Croce e Carle di Cuneo, Regina Margherita di Torino e Cesare Arrigo di Alessandria. Oltre a loro psicologi, nutrizionisti, educatori e gli accompagnatori del CAI. “I partecipanti hanno sperimentato e verificato i benefici dell’esercizio fisico sull’equilibrio glicemico” spiega l’organizzazione, oltre che esternato emozioni profonde ed uniche, là, in cima alla montagna dove “si può toccare il cielo con un dito”
LE EMOZIONI
“Mi porto a casa la consapevolezza di quanto sia potente il ritorno all’essenziale. Avvolti dalla cinta delle montagne ci si ritrova a condividere la propria intimità – nelle autonomie e nei pensieri – con un gruppo di pari che era estraneo fino a poco prima e con le dottoresse che abitualmente si incontrano in ambulatorio. Le sovrastrutture si sbriciolano e si può sbirciare dentro al proprio nucleo più caldo e vivo. Mi accetto? Mi sento amabile? Sono presente in questo momento? Si rimane radicati in questo qui e ora scandito dalla fatica, dalle folate di aria fresca e da un corpo che comunica con le glicemie. Ci si può concedere e permettere di ascoltarsi e guardarsi perché la frenesia del mondo ci dà pace e gli sguardi giudicanti sono altrove. Si sperimenta un nuovo stile di cura capace di allargare lo sguardo, di approfondire i bisogni della persona e di trovare all’interno delle relazioni le proprie fondamenta”.