Autore Redazione
venerdì
1 Novembre 2024
14:06
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Cronaca - Eventi - Incontri - Casale Monferrato

Cgil e Rete delle Alternative ricordano Franco Basaglia e la sua rivoluzione sulla salute mentale

Cgil e Rete delle Alternative ricordano Franco Basaglia e la sua rivoluzione sulla salute mentale

CASALE MONFERRATO – E mi no firmo (io non firmo)” è la frase in dialetto veneto che Franco Basaglia usava per non autorizzare l’uso della contenzione sui propri pazienti psichiatrici. “Non si trattava di un semplice diniego – ricordano Alberto Deambrogio di Rete delle Alternative e Mirko Oliaro della Cgil – perché quelle parole contenevano tutta la dirompente forza di una strategia per riformare l’ambito della salute mentale, per ribaltare totalmente un sistema (quello dei manicomi) in cui la persona scompariva, era ridotta a cosa, a problema di ordine pubblico”.

A 100 anni dalla nascita del grande psichiatra veneziano, la Cgil e Rete delle Alternative vogliono ricordare Franco Basaglia e soprattutto riflettere e capire cosa resta oggi della sua impegnativa eredità. L’incontro si terrà mercoledì 6 novembre, alle 21, nella sede della Camera del Lavoro di Casale Monferrato in via Galeotto del Carretto, 10.

Per trattare questa duplice tematica sono state invitate due professioniste che da molto tempo lavorano sul campo e conoscono i nodi da affrontare quando si parla di salute mentale:  Caterina Corbascio (medica e psichiatra) e Anna Maria Accetta (psicologa di un Centro di Salute Mentale).

Franco Basaglia – ricordano Alberto Deambrogio di Rete delle Alternative e Mirko Oliaro della Cgil  – è stata una persona davvero capace di analizzare gli enormi problemi che la medicina ufficiale e la società del tempo non volevano affrontare: laddove la società non voleva vedere il trattamento inumano dei “malati di mente”, nell’incapacità della psichiatria tradizionale di affrontare una vera cura (i “pazzi” venivano rinchiusi e molto spesso trattati con elettroshock), Basaglia ha sperimentato un metodo alternativo: voleva che gli stessi suoi pazienti fossero protagonisti della propria guarigione, liberazione e rinascita.

“Basaglia è stato uno sperimentatore, un lottatore e sapeva molto bene che non avrebbe mai potuto cambiare le cose da solo; per molti aspetti lo si può riconoscere tra gli attori di spicco del lungo ‘68 italiano, al cui termine videro la luce sia la legge 180/78 (la riforma Basaglia, appunto, che decretò la chiusura del manicomio), sia la legge 833/78 (la riforma che diede vita al Servizio Sanitario Nazionale).

Gli anni che ci dividono da quelle conquiste hanno portato con loro un complessivo peggioramento delle condizioni economico finanziarie, sociali e culturali, che le resero possibili”, concludono Alberto Deambrogio di Rete delle Alternative e Mirko Oliaro della Cgil, che invitano tutti i cittadini a partecipare all’incontro del 6 novembre per ricordare e omaggiare Basaglia e riflettere sulla “situazione critica in cui si trova avivere la sua eredità riformatrice ed emancipatrice”.

 

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