Autore Redazione
venerdì
26 Febbraio 2016
04:22
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Cronaca - Alessandria

Solvay: a Spinetta Marengo via alla bonifica da cromo esavalente nel suolo

Solvay: a Spinetta Marengo via alla bonifica da cromo esavalente nel suolo

ALESSANDRIA – Un metodo unico al mondo per debellare una piaga che da tempo preoccupa gli abitanti di Spinetta Marengo. La Solvay ha avviato i lavori di bonifica da cromo esavalente, il contaminante principale dei terreni e le falde del Polo Chimico. In collaborazione col Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica dell’Università del Piemonte Orientale, infatti, è stato individuato un particolare sale in grado di trasformare l’80% del cromo esavalente presente nel suolo in cromo trivalente, rendendolo insolubile e non più pericoloso. Il ditionito di sodio viene infatti iniettato nel terreno attaverso una punta forata fino a una profondità variabile dai 50 centimetri ai 7/8 metri, a seconda del grado di contaminazione, nelle aree delle produzioni di cromati e bicromati, dismesse dalla Montedison all’inizio degli anni ottanta.  “Si tratta di una tecnica innovativa” ha sottolineato il direttore Solvay Stefano Bigini “per la prima volta applicata a livello industriale per la bonifica del suolo.”  Per questo Solvay ha deciso di presentare la candidatura di questa metodologia al concorso internazionale “Life Programme” indetto dalla Comunità Europea, riservato ai progetti ambientali innovativi. 

La bonifica toccherà in tutto 3 ettari all’interno del Polo Chimico e durerà circa 7 anni, per un investimento complessivo di 7 milioni di euro. Il progetto, nato nel 2011, ha poi visto nell’anno successivo la prima sperimentazione. Sia le analisi in laboratorio che le prove sul terreno, con 100 punti di perforazione in 250 metri quadrati, hanno dato risultati positivi, con la consulenza ambientale della società Ramboll/Environ e di Arpa, oltre che del CNR nella fase pilota. Oltre ai campionamenti della falda prima, durante e dopo le “iniezioni” di ditionito sono state eseguite oltre 300 analisi chimiche, i campionamenti del gas del suolo e l’attivazione del pompaggio di tre pozzi a valle dell’area interessata. “E’ stato un progetto di bonifica condiviso passo dopo passo con Solvay, un sito industriale in produzione, il che permette una maggiore efficacia. E’ stata una bella esperienza di carattere scientifico e umano” ha detto Domenico Osella, professore dell’Università del Piemonte Orientale. A gennaio la Conferenza dei Servizi ha dato l’ok definitivo al progetto.

Depotenziare la pericolosità del cromo esavalente rientra nell’ampio programma di messa in sicurezza operativa di tutta l’area, avviata nel 2010 con la barriera idraulica, in grado di interrompe il livello di falda contaminato dal cromo verso l’esterno per poi trattare l’acqua in uno specifico impianto. “Questo ha permesso di ridurre il cromo esavalente dell’80% nella falda all’esterno dello stabilimento, comunque meno grave di quella all’interno del Polo Chimico, mentre nel suolo non è stata riscontrata la presenza del cromo.” ha detto Bigini. A settembre 2013 sono state completate le coperture delle vecchie discariche mentre già dal 2012 sono iniziati i pompaggi di gas nel suolo per estrarre i solventi clorurati. “In questi quattro anni abbiamo estratto 11 mila e 500 chili di solventi, circa l’80%” ha aggiunto il direttore Bigini “in totale abbiamo investito circa 20 milioni di euro per le bonifiche e ne abbiamo stanziati altri 30 per i prossimi 15 anni, a dimostrazione che il nostro obiettivo è restare e continuare a investire sul Polo Chimico di Spinetta Marengo, uno dei centri produttivi più grandi della multinazionale.”

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