giovedì
7 Aprile 2016
08:46
7 Aprile 2016
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Discarica amianto a Cascina san Lorenzo: questa sera un incontro per avere risposte
VALENZA – Continua la discussione sulla possibile creazione della discarica amianto a Cascina San Lorenzo. Questa sera, alle 21, al circolo Villabella, il Comitato “per l’area Cascina San Lorenzo, Parco del Po e Rio Anda” si riunirà per tornare sul tema. All’appuntamento sono stati invitati anche gli amministratori e in particolare il sindaco di Mirabello Monferrato. Nelle settimane passate l’argomento è stato affrontato a più riprese ma il comitato attende ancora risposte, come emerge da questa lettera:
“Nelle scorse settimane abbiamo incontrato i sindaci dell’area contigua Parco del Po e Rio Anda, cioè di Valenza, San Salvatore Monferrato e Lu, che alla nostra richiesta in poche ore hanno dato immediata disponibilità, scaturita in incontri utili con o prese di posizione (San Salvatore) o il manifesto intento di approfondire (Valenza e Lu).
Dobbiamo, invece e purtroppo, riscontrare che, pur con due lettere consecutive di richiesta di incontro tra coordinatori del comitato e amministrazione, non abbiamo ancora avuto la disponibilità del sindaco di Mirabello Monferrato. Manca quindi all’appello proprio e solo l’incontro più decisivo, tra quelli richiesti. Confidiamo nelle prossime ore si possa finalmente concretizzare questo attesissimo incontro, richiesto con crescente trepidazione da sempre più cittadini del territorio.
Quale motivo per non confrontarsi? Per non rispondere?
Continuiamo a non vedere alcun buon senso dietro questo tentativo di proporre Cascina San Lorenzo come sito per una discarica, che permane avvolto da un’assordante silenzio.
Al contempo, abbiamo appreso con felicità la presa di posizione chiara e contraria del Comune di San Salvatore Monferrato e le considerazioni di Legambiente Casale Monferrato.
In particolare con Legambiente entra in campo la voce di un ente competente della Città capofila, chiedendo un incontro urgente chiarificatore e mettendo in rilievo come non si capisca cosa possa essere cambiato per ipotizzare Mirabello come sito per la discarica, cambiando lo scenario, fino a qui consolidato.
Si sta rischiando di trasformare un punto di forza, una risorsa per il territorio, da anni pensata con una precisa logica, portata avanti con criteri più volte relazionati e condivisi con il territorio, come quelli della baricentricità, della gestione diretta pubblica, dell’assunzione di responsabilità del Comune capofila, in un rocambolesco argomento di scontro tra territori e tra parti politiche.
Lodevole, straordinaria e per certi aspetti imprevista, la tempestiva iniziativa della comunità mirabellese, che in poche ore ha radunato una prima raccolta di circa 100 firme, sottoscrivendo una lettera di richiesta chiarimenti al sindaco, su, tra gli altri punti, il motivo di un inatteso cambio di rotta rispetto al programma elettorale, con una dichiarazione di apertura a valutare una situazione per nulla chiara, non condivisa con la cittadinanza, su un territorio sul quale pesa ancora una ferita di pochi anni fa che non meritava né di essere riaperta né di esserlo in questo modo.
Sono quindi troppi i punti che non tornano.
L’area non è assolutamente baricentrica, né per aspetti geografici né per quantitativi di materiale prodotto da smaltire. E’ troppo vasta (circa dieci volte rispetto alle alternative più baricentriche) e defilata per poter pensare a un’opera che voglia essere solo una discarica di amianto, a gestione pubblica, e per il solo territorio del monferrato casalese. Come può essere sostenibile un’area così? Quali possano essere le ragioni per pensare a un investimento con queste premesse?
Ci sono palesi criticità economiche, ambientali, strutturali per il trasporto, l’infrastruttura, la viabilità. Su un’area troppo vasta che, una volta marcato il territorio, si presenterà pronta e, già nel breve termine, fortemente appetibile per altri investimenti e sviluppi, ad esempio nell’ambito dello smaltimento di rifiuti pericolosi.
Tutto questo sta succedendo, con sul tavolo alternative consolidate da tempo, molto più piccole e circoscritte, molto più baricentriche, senza ambiguità pubblico/privato, con chiara possibilità di proseguire l’attuale ottima gestione diretta pubblica del Comune capofila, che mai ha dato problemi e suscitato perplessità e critiche da parte della cittadinanza. Come lo stesso sito del Comune di Casale mette in rilievo come motivo di vanto.
Soluzioni alternative peraltro già indicate e individuate con responsabilità condivisa, da anni, in un percorso di assemblee di sindaci, conferenze di servizi, incontri con il Ministero, per le quali già da mesi risultano peraltro essere disponibili indicazioni e risultati. Dei quali vorremmo avere riscontro pubblico, immediato. E confidiamo sia la prima cosa che l’Amministrazione di Mirabello abbia voluto approfondire, prima di dare qualsiasi segno di apertura su valutazioni a Mirabello.
Per il sito di Cascina San Lorenzo si sommano poi le altre criticità di un’area non pianeggiante, con criticità ambientali, assoluti valori di archeologia, biodiversità e patrimonio paesaggistico. Un sito entrato due anni fa nel Parco del Po, come “area contigua del Parco del Po e Rio Anda”, grazie a un’attività sinergica di valorizzazione paesaggistica e naturalistica condotta dai Comuni di Mirabello, San Salvatore, Lu, Valenza insieme al Parco del Po. Il tutto approvato dalla Regione. Ora bisogna proseguire, in sinergia, con il successivo passo dei vincoli di tutela. Questo è l’impegno che chiediamo portino avanti i Comuni dell’area contigua insieme con il Parco del Po.
Ribadiamo che non accettiamo la strumentalizzazione della bonifica, del dolore, per consentire a questo punto quello che ha tutte le caratteristiche di essere un’operazione, su un’area molto grande e periferica, priva di logica di buon senso per prospettive sostenibili di gestione pubblica e di servizio per il territorio casalese. Al contrario, se c’è questa emergenza, perché ripartire e in questo modo? E neppure siamo interessati ad alcun braccio di ferro tra territori creati ad hoc.
Siamo inoltre consapevoli che con la messa in liquidazione del patner privato, per le ragioni di cui sopra, l’operazione sarebbe addirittura ancora meno sostenibile. Quindi, non si pensi che la liquidazione di ARIAM possa essere argomento di particolare peso.
E’ passato quasi un mese dal nostro primo comunicato dove dicevamo che avremmo responsabilmente atteso un chiarimento e/o un incontro con l’Amministrazione, rispetto a quanto letto sui giornali, prima di procedere con altre iniziative pubbliche. Ma, nessuna risposta.
Ora, a partire dall’incontro pubblico di questo giovedì, presso i locali del circolo di Villabella, dove invitiamo tutti a partecipare, in primis gli Amministratori locali, daremo vita a una serie di iniziative di informazione, formazione e mobilitazione.
Tutto quanto stiamo cercando di fare, come cittadini, necessita impegno, ma non possiamo restare indifferenti. E’ in gioco il futuro del nostro territorio. Ora è il momento in cui si può agire, poi sarà troppo tardi.
Il nome stesso del comitato denota la vocazione propositiva, non contro, ma per. Per il buon senso, il territorio, la trasparenza, per le persone e l’ambiente.
Continuiamo a sperare di poter essere in questa scelta di buon senso, al fianco dell’amministrazione di Mirabello e delle amministrazioni locali.”