20 Novembre 2025
05:44
Ex Ilva di Novi, Pd: “Basta incertezze: guida pubblica, piano vero e tutele per le famiglie”
NOVI LIGURE – “Dopo tre anni di promesse e dichiarazioni siamo davanti a un collasso di fatto”. Mercoledì una delegazione del Pd di Novi ha affiancato il sindaco Rocchino Muliere al presidio dei lavoratori dell’ex Ilva, promosso dai sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, “per testimoniare vicinanza e solidarietà alle persone e alle famiglie che stanno vivendo un’incertezza intollerabile: alla precarietà produttiva corrisponde un’incertezza di vita per centinaia di nuclei del nostro territorio”.
“Questa giornata conferma ciò che denunciamo da tempo: la gestione del dossier ex Ilva è precipitata in una crisi industriale e occupazionale senza precedenti. A Taranto si ipotizza una produzione solo parziale, limitata a materiale grezzo destinato alla vendita esterna; negli stabilimenti del Nord – Genova e Novi Ligure – si profilano blocchi e ammortizzatori sociali. È ancor più paradossale, se questa impostazione fosse confermata, che si voglia mantenere la produzione a Taranto bloccandola invece a Genova e Novi: proprio Taranto è il sito da cui la crisi è nata per gravi criticità sanitarie e ambientali, che richiederebbero risanamento e investimenti seri, non il sacrificio degli stabilimenti del Nord. È uno “spezzatino al contrario” che svuota valore industriale e prospettiva, ferendo un comparto strategico e un territorio che ha già pagato troppo”.
“Con una partecipazione pubblica maggioritaria nella compagine societaria, lo Stato non può limitarsi a osservare“ ha sottolineato Daniele Mascia, segretario PD di Novi “deve assumere la guida di un percorso credibile: indicare tempi, risorse e obiettivi, garantire rifornimenti, carichi di lavoro e continuità produttiva anche negli impianti del Nord. Parlare di formazione o ridurre la cassa integrazione senza un vero progetto di rilancio significa solo allungare l’agonia, rinviando decisioni che non sono più rinviabili. La scadenza di fine febbraio, con la cessazione di vari ammortizzatori sociali, è un passaggio critico: le famiglie non vivono di rassicurazioni, ma di certezze e reddito”.
“È amaro constatare che, in una società a prevalente proprietà pubblica, non si veda un piano d’azione industriale diretto e concreto, mentre si continua a ricorrere agli ammortizzatori sociali – cioè risorse pubbliche – senza un disegno capace di restituire futuro a produzione e lavoro” le parole di Luca Patelli, capogruppo PD Novi Ligure “troppe occasioni di dialogo sono state sprecate – prima con Baku Steel, poi con Jindal – e si è proseguito con annunci su nuovi investitori anche extra UE, senza esiti reali. La siderurgia è un asset strategico per l’Italia e per l’Europa e la domanda di acciaio è forte: servono decisioni operative verificabili, non altri rinvii. Le famiglie non campano di rinvii”.
“Novi Ligure non accetterà una lenta dismissione mascherata, né – peggio – la svalutazione dello stabilimento funzionale a un’eventuale vendita al ribasso, con il rischio di aprire la strada a esuberi. Serve un intervento pubblico serio, una regia trasparente e un cronoprogramma verificabile che riporti la produzione a livelli adeguati, metta al sicuro salari e diritti, faccia della formazione uno strumento reale di innovazione e indichi prospettive concrete per l’indotto. È tempo di passare dalle parole agli atti: condivisione dei dati, verifiche periodiche degli impegni, confronto stabile con i sindacati e con le istituzioni locali2.