Autore Redazione
lunedì
19 Febbraio 2018
14:42
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Cronaca - Alessandria

Polizia rintraccia a Corfù 2 donne coinvolte nell’operazione Blue Night

La maxi inchiesta della Squadra Mobile nel 2014 aveva portato al sequestro di 5 night e a 15 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Le due donne erano però riuscite a far perdere le loro tracce
Polizia rintraccia a Corfù 2 donne coinvolte nell’operazione Blue Night


ALESSANDRIA – Si erano trasferite a Corfù dove avevano aperto un bed & breakfast le due donne di origine russa rintracciate grazie alla perseveranza e all’impegno della Squadra Mobile di Alessandria e al supporto del Servizio di Cooperazione internazionale di Polizia. Da circa due anni gli agenti sotto la guida di Marco Poggi erano sulle tracce delle donne coinvolte nell’operazione “Blue Night” che a giugno 2014 aveva fatto scattare 15 ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falsificazione di documenti validi per l’espatrio e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Una maxi inchiesta che nell’estate di quattro anni fa aveva portato anche al sequestro prevenivo di 5 night, tre ad Alessandria e due a Tortona, dove ragazze dei Paesi dell’Est e Nord Europa erano tenute ad adescare i clienti con cui poi consumavano rapporti sessuali a pagamento in appartamenti messi a disposizione dell’organizzazione. Tra le 15 persone raggiunte dall’ordinanza c’erano anche Svetlana Mysova, 49 anni, e Yulya Denisova, 43 anni. Una aveva il compito di fornire i documenti alle ragazze mentre l’altra teneva i rapporti con i clienti dei night e organizzava gli incontri, ha spiegato il Dirigente della Squadra Mobile Marco Poggi, affiancato dal Vice Capo di Gabinetto Aurora Valentina Ferrareis. Come ricostruito dalla Polizia durante l’indagine, il gruppo sfruttava visti turistici per fare entrare le ragazze in Italia. I 90 giorni di permanenza si allungavano poi “a tempo indeterminato grazie a finti timbri frontalieri che l’organizzazione usava per “far viaggiare i passaporti” e tenere in Italia le ragazze. Le giovani donne, infatti, rientravano nei loro Paesi solo se “licenziate“, ossia se non riuscivano a raggiungere il fatturato minimo richiesto dall’organizzazione. Una soglia che garantiva alle ragazze un compenso giornaliero tra i 60 e gli 80 euro, quindi una minima parte delle somme pagate dai clienti, che spendevano dai 250 ai 300 euro per ogni notte trascorsa con una delle giovani donne.

Incastrati i membri della “ben strutturata” organizzazione, la Squadra Mobile circa due anni fa aveva però perso le tracce di Svetlana Mysova e Yulya Denisova. Le due, patteggiata una pena a 3 anni e 4 mesi la prima e 3 anni e 2 mesi la seconda, più 85 mila euro a testa, dopo un periodo ai domiciliari si erano allontanate dall’Italia sfruttando il passaporto comunitario ottenuto grazie al matrimonio con due uomini italiani. Gli uomini della Squadra Mobile, però, non hanno mai rinunciato a rintracciarle. Intercettate le telefonate con i mariti e figli, e seguiti gli spostamenti dei famigliari, i poliziotti sono arrivati fino a Corfù dove giovedì la Polizia greca ha bloccato le donne in forza di un mandato di arresto europeo. Una volta rientrate in Italia le due dovranno scontare la pena residua in carcere.

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