Autore Redazione
martedì
22 Gennaio 2019
22:38
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Cronaca - Casale Monferrato

4 Ristoranti nel casalese: per il Monferrato un bel “diesci”

La trasmissione di Alessadro Borghese ha mostrato la forza del Monferrato
4 Ristoranti nel casalese: per il Monferrato un bel “diesci”

CASALE MONFERRATO – Il Monferrato ha sfoggiato creatività, carattere e anche un approccio giovane. La quinta puntata di “4 Ristoranti“, la trasmissione tv condotta da Alessandro Borghese che mette davanti quattro ristoratori di una stessa area geografica, ha mostrato molte qualità del territorio anche se non sono mancate diverse frecciatine tra alcuni concorrenti.

Allo stesso tavolo si sono seduti Lorenzo di Cascina Faletta 1881, Laura del Ristoro di Lu Monferrato, Nicolò di Gubistrò a Casale Monferrato e Sanzio di Materia Prima ad Altavilla Monferrato. Tutti hanno proposto un menu degustazione che ha mostrato molte delle qualità di un territorio che continua a farsi largo nel panorama turistico nazionale e internazionale, anche in ambito culinario.

Le immagini del programma di Sky Uno hanno mostrato la morbida bellezza delle colline di Altavilla e Lu Monferrato per planare poi sui tetti e i monumenti di Casale. Uno spot per il Monferrato che ha incorniciato la competizione tra 4 ristoratori agguerriti ma tutto sommato corretti. A eccezione di qualche stilettata avvelenata tutti i giudizi complessivi hanno rispettato il lavoro di ogni chef, amalgamendo il pepe di una competizione alla necessità di dare lustro a un’ara geografica da valorizzare. Nonostante uno “zero” inflitto da Laura a Lorenzo per un aggettivo scomposto alla fine è stato poprio l’arrembante e giovane gestore di Cascina Faletta a spuntarla. Il ristoratore, premiato anche da Alessandro Borghese nel giudizio finale, ha superato di un solo punto il “severo ma giusto” Nicolò di Gubistrò, premiato da Borghese per il suo dolce pieno di fatasia ed estro.

Più indietro, ma non troppo, Laura, penalizzata da una ruota di formaggi “contaminata” da prodotti esterni al Monferrato, e Sanzio, la cui scelta di accompagnare i piatti con differenti giri di grappa non ha convinto tutti i commensali.

Al di là del risultato finale la rasmissione ha mostrato l’elegante raffinatezza delle “location” monferrine e ha dimostrato la capacità di un territorio di affidarsi alle tradizioni per provare a osare e crescere.

Per usare lo slang di Borghese, il Monferrato ha preso un bel “diesci“.

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