Autore Redazione
martedì
28 Aprile 2020
18:23
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Cronaca - Alessandria

Parte la protesta dei commercianti: luci accese e saracinesche alzate contro il fallimento

Parte la protesta dei commercianti: luci accese e saracinesche alzate contro il fallimento

ALESSANDRIA – I ristoratori del Piemonte, così come quelli del resto d’Italia, sono pronti a dar vita alla loro protesta. Dalle 21 alle 21.30 accenderanno le insegne dei ristoranti e dei bar alzando le saracinesche.

Nessuno potrà entrare ma almeno gli esercenti si faranno vedere dopo settimane di buio e di chiusura per la quarantena. Sull’orlo del fallimento chiedono di aprire le attività prima che il piccolo commercio sparisca definitivamente, stritolato da tasse, affitti e una carenza di incassi ormai cronica oltre che critica.

Il nostro comparto è molto importante per il territorio, perché siamo sociali per vocazione e siamo i primi a essere penalizzati per colpa del coronavirus” spiega Monica Moccagatta, titolare del Mezzolitro di Alessandria che rimarca anche il ruolo importante di un comparto che “trasforma le materie prime e quindi dà lavoro a molte aziende oltre che a molti dipendenti“. La situazione però ora si fa soffocante “perché non capiamo come sarà il nostro futuro, non sappiamo cosa succederà e non ci sentiamo tutelati, non abbiamo una lucidità mentale per affrontare i prossimi mesi, troppe domande senza risposte

Anche a Valenza si alzeranno le serrande, “con i commercianti che non ne possono più di questa situazione, sono allo stremo e sull’orlo del fallimento. E dei tanti aiuti promessi dallo Stato fino ad ora neanche l’ombra. La cassa integrazione non è ancora arrivata a nessuno, gli imprenditori, i negozianti, i proprietari di bar e ristoranti continuano a dover pagare gli affitti in attesa della manna dello Stato che non arriva! Altro che potenza di fuoco, tutte balle“, spiega Franco Stanchi, presidente de L’Oro dal Po al Monferrato. Che poi aggiunge: “Ormai ci siamo abituati tutti a convivere con il possibile contagio, mascherine, guanti, lavaggio delle mani sono ormai una prassi consolidata, come le distanze interpersonali. Bisogna fare un salto di qualità, stabilire delle norme e consentire di aprire le attività prima che il commercio fallisca!“.

 

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