Autore Redazione
venerdì
27 Ottobre 2017
01:08
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Cronaca - Alessandria

M5S teme tagli alle Poste. Azienda e sindacati: nulla è deciso

Sarebbero 141 i comuni interessati dai tagli. Si aggiungerebbero agli attuali 29. I sindacati spiegano: la trattativa è in corso e occorre distinguere i servizi.
M5S teme tagli alle Poste. Azienda e sindacati: nulla è deciso

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Il Movimento 5 stelle è preoccupato per il servizio di recapito della posta in provincia di Alessandria. Secondo il parlamentare  Paolo Nicolò Romano il Contratto di programma 2015-2019, siglato tra Poste e Ministero dello Sviluppo Economico, ha introdotto la consegna a giorni alterni della corrispondenza oltre ad aver previsto la chiusura degli uffici postali nei piccoli centri, lasciando così moltissimi Comuni italiani scoperti da un servizio essenziale come quello postale“. Sarebbero “141 i comuni interessati dai tagli” che andrebbero ad aggiungersi ai 29 i comuni alessandrini già coinvolti (dell’area casalese-val Cerrina), ha aggiunto Romano.
I timori del Movimento 5 stelle sono però prematuri, spiegano i sindacati, certamente sul chi va là rispetto ai futuri risvolti ma in piena trattativa per ottenere le condizioni migliori per personale e cittadini. “Le trattative per definire esattamente cosa accadrà dal 2018 in avanti si concluderanno a fine novembre – ha spiegato Lorenzo Bisio del Sindacato dei Lavoratori Poste Cisl. Poi, comunque, occorre distinguere tra zone regolate e non regolate. Quelle regolate sono definite in accordo con Agcom e prevedono la consegna della corrispondenza a giorni alterni. Quelle non regolate funzionano alla stessa maniera ma, nei giorni in cui non passa il postino ordinario, c’è un ulteriore linea che recapita i prodotti a valore prioritario come i ‘plus’, i giornali e le raccomandate. Quindi in sostanza la rimodulazione dei servizi di consegna della corrispondenza potrebbe ripartire ma solo per le zone non regolate e comunque neanche in contemporanea in tutti i comuni previsti. Già adesso ci sono dei comuni in cui c’è un solo postino che serve tre paesi, tanto per fare un esempio. Quindi al momento la rimodulazione del recapito potrà avvenire solo nelle zone regolate, mentre su quelle non regolate è ancora in atto una trattativa, non c’è nulla di definito“.

Contattata da Radio Gold Poste Italiane ha replicato al deputato del Movimento 5 Stelle spiegando che “non è intenzione dell’azienda produrre iniziative che vadano ad impattare sugli uffici postali, luoghi che tradizionalmente sono punti di riferimento per l’erogazione di servizi dedicati ai cittadini, alle imprese e alla Pubblica amministrazione“. L’Azienda conferma, inoltre, quanto dichiarato dai sindacati e cioè che “gli interventi collegati con la riforma del Servizio Postale Universale, come previsto dalla delibera AGCOM n. 395/15/cons, sono ancora in fase di valutazione eccetto i Centri di Recapito di Casale Monferrato e di Mombello Valcerrina dove tale riorganizzazione è stata attuata alla fine del 2015“.

Il Movimento 5 stelle intanto mette le mani avanti e avverte: “il piano di riorganizzazione, messo in atto con il benestare del Governo e che andrà a regime ad inizio 2018, contrasta con la normativa comunitaria in materia di servizio universale postale (in particolare con la Prima Direttiva postale) la quale obbliga tutti gli Stati membri ad assicurare la raccolta e la distribuzione degli invii postali al domicilio del destinatario «come minimo cinque giorni lavorativi a settimana» e che solo in presenza di circostanze o condizioni geografiche eccezionali sia ammissibile la fornitura per un numero inferiore di giorni. Anche il Parlamento europeo è intervenuto sulla materia, con una risoluzione che ribadiva la necessità, da parte degli Stati Ue, di garantire il servizio universale e il mantenimento degli sportelli postali. Perché l’Italia sta facendo tutto l’opposto, rischiando di incorrere in una procedura d’infrazione europea per violazione del diritto degli utenti? Un ulteriore danno che sarà scaricato sulle teste e sulle tasche dei cittadini”. Ancora nessuna replica da Poste Italiane.

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