Autore Redazione
martedì
24 Dicembre 2019
16:28
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Cronaca - Alessandria

Solvay: “A Spinetta mortalità allineata a resto provincia”. Arpa “nostri dati oggettivi”

Con una nota Solvay è intervenuta sui risultati dello studio epidemiologico condotto da Arpa e Asl Al sui residenti di Spinetta Marengo
Solvay: “A Spinetta mortalità allineata a resto provincia”. Arpa “nostri dati oggettivi”

SPINETTA MARENGO – La Solvay è intervenuta sui risultati dello studio epidemiologico condotto da Arpa e Asl Al sui residenti di Spinetta Marengo.

L‘azienda, ha spiegato in una nota, “prende in seria considerazione le evidenze dello studio” ma contesta la maggiore incidenza di patologie e gli eccessi di mortalità specifica emersi dall’analisi di Arpa e Asl Al. Per la Solvay, infatti, “la mortalità generale a Spinetta Marengo è “allineata” a quella della provincia di Alessandria e del Piemonte. Inoltre, gli incrementi di alcune patologie riscontrati solo nel sesso maschile per Solvay sono una forte indicazione” che escluderebbe il coinvolgimento di fattori di rischio ambientali, che dovrebbero causare “andamenti simili” negli uomini e nelle donne: “e questo non è stato osservato“. L’azienda invita quindi a “valutare i fattori di rischio riferibili anche a comportamenti individuali e non collegati a esposizioni di tipo ambientale”.

Lo studio, ha replicato il Direttore di Arpa Alessandria, Alberto Maffiotti, “è un punto di partenza”  ma i dati sono “oggettivi perché arrivano dagli archivi del Sistema Sanitario Nazionale. “L’eccesso” di ricoveri e di mortalità, ha aggiunto, è  “segnalato da anni, ed è stato recentemente rimarcato anche dal Sole 24Ore”. Arpa e Asl hanno però evidenziato un nuovo dato: una differenza all’interno dello stesso sobborgo  con una maggiore incidenza in prossimità del Polo Chimico. 

L’osservazione della Solvay sulla maggiore incidenza negli uomini per il Direttore di Arpa è solo “corretta a livello superficiale”. La teoria per la valutazione dell’epidemiologia ambientale deve verificare l’incidenza di determinate patologie in entrambi i generi. “L’accordo” sarebbe emerso dallo studio di Arpa e Asl Al e la maggiore incidenza tra gli uomini, ha precisato Maffiotti, riguarda patologie dell’apparato urogenitale, che è diverso tra uomini e donne “e a nostro avviso, quindi, giustifica differenze dovute alla risposta metabolica del nostro corpo alla situazione ambientale”.

Solvay nella nota ha quindi escluso “problemi di salute legati al lavoro” per i dipendenti, “costantemente monitorati secondo un rigido protocollo di sorveglianza medica” che aggiunge 38 esami complementari alla visita medica periodica. L’attenzione, “che è dovuta da parte delle aziende” ai lavoratori non era però oggetto degli studi di Arpa e Asl. Gli esperti dei due enti, infatti, hanno escluso anche i dipendenti della vicina Michelin. L’obiettivo, ha ricordato Maffiotti, è infatti di valutare le possibili vie di esposizione e gli effetti sulla popolazione residente a Spinetta “decisamente meno tutelati dal punto di visto normativo rispetto a chi lavora all’interno di un’azienda”.

Solvay ha quindi ricordato la rete di 30 centraline all’interno dello stabilimento “che eseguono circa 1.500.000 di analisi all’anno sull’aria”, i 406 sensori per verificare il regolare funzionamento di tutti gli impianti produttivi e le 2 centraline installate all’esterno del sito “per la salvaguardia della collettività”. Nella nota l’azienda aggiunge i 500 mila euro investiti dall’acquisizione del sito, nel 2002, “per la modernizzazione di tutti gli impianti, il sistema di barriera idraulica e relativo impianto di trattamento e depurazione delle acque con una capacità di 450 metri cubi all’ora; il capping per metter in sicurezza le discariche storiche”, “gli interventi per la bonifica dei terreni e delle falde attraverso l’applicazione di varie tecnologie” e invita a “non fare confusione” tra i pozzi industriali e i pozzi delle acque potabili.Tutte le analisi effettuate sull’acqua, utilizzata all’interno e fornita all’esterno del sito di Spinetta Marengo, hanno sempre confermato il totale rispetto dei criteri di potabilità, come emerso in sede giudiziaria nel corso dei vari processi”.

Sulla questione “acqua” il Direttore di Arpa ricorda però l’80ina di famiglie che prima del 2001 non erano collegate alle condotte dell’acqua e che quindi utilizzavano “per tutti gli usi” quella della rete del Polo Chimico o di pozzi privati che attingevano da una falda attorno al sito industriale “assolutamente inquinata”.

Lo studio, come già spiegato nei giorni scorsi e ribadito infine da Maffiotti va “approfondito” ma serve a verificare le eventuali vie di esposizione dei cittadini per ridurre i casi di malattia nell’area interessata dall’attività industriale del Polo Chimico “che non è solo quella di Solvay ma di tutte le aziende che usano sostanze chimiche che possono rappresentare fattori di rischio della popolazione”.

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