Autore Redazione
giovedì
6 Febbraio 2020
11:22
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Cronaca - Casale Monferrato

Reati informatici a Casale: 39 persone denunciate nel 2019

Una dettagliata panoramica della Polizia di Casale sulle tecniche più utilizzate
Reati informatici a Casale: 39 persone denunciate nel 2019

CASALE – Si chiama “Digital Police” la maxi operazione della Polizia di Casale Monferrato contro i reati informatici. Nel 2019 sono state ben 39 le persone denunciate, tutte ritenute responsabili di illeciti attraverso il web, approfittando dell’ingenuità delle persone.

Tra le tecniche più utilizzate c’è il cosiddetto “phishing“: ovvero la truffa informatica effettuata inviando una email con il logo contraffatto di un istituto di credito o di una società di commercio elettronico, con l’intento di carpire dati riservati del malcapitato come il numero di carta di credito, le credenziali di accesso al servizio di home banking, con i quali poi prelevare denaro da conti correnti o a sostituirsi ai malcapitati acquistando beni e servizi.

Il reato più frequente rilevato a Casale, corrisponde alla classica truffa online: alcuni finti venditori propongono in vendita i più disparati prodotti ad un valore inferiore a quello di mercato per attirare quante più persone possibili, facendo credere loro di poter concludere un affare, facendosi poi inviare la somma pattuita senza alcuna garanzia sulla consegna e senza utilizzare canali di pagamento certificati e garantiti.

Un altro reato informatico in crescita è quello della truffa online invertita, in questo caso le vittime sono i venditori che vengono contattati dai falsi acquirenti, i quali, dopo aver concordato il prezzo e le modalità di pagamento, indicano alla vittima di raggiungere uno sportello bancario ed inserire la carta di debito e/o di credito per ricevere la somma pattuita. In questo contesto, attraverso indicazioni fallaci, impartiscono telefonicamente delle istruzioni finalizzate ad effettuare un pagamento su una carta prepagata, invece di una ricezione di denaro.

Anche se meno frequente, un altro esempio di truffa è il “ransomware” ovvero il ricatto digitale: l’inserimento di un “malware” sul pc della vittima, che limita l’accesso alla memoria del dispositivo infettato, con la successiva richiesta di un riscatto da pagare per rimuovere la limitazione.

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