Autore Redazione
martedì
11 Febbraio 2020
01:35
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Cronaca - Alessandria

Settore edile: la crisi continua e dopo il Terzo Valico sarà peggio senza investimenti mirati

Il settore secondo la Fillea Cgil è dopato dai cantieri del Terzo Valico
Settore edile: la crisi continua e dopo il Terzo Valico sarà peggio senza investimenti mirati

PROVINCIA DI ALESSANDRIA -L’analisi del settore edile compiuto da Fillea Cgil, restituisce un quadro in crisi del comparto. La fotografia si riferisce al periodo dal 1 ottobre 2018 al 30 settembre 2019. “Il settore è stagnante” , ha sottolineato il Segretario Fillea Rocco Politi, e infatti i dati della Cassa Edile hanno evidenziato una diminuzione  del numero di imprese regolari nell’alessandrino con un aumento dei lavoratori operanti nel settore.  In un anno la provincia ha perso altre 22 aziende mentre i lavoratori sono aumentati, passando dai 5.778 del 2018 ai 6.194 del 2019 per 416 posti di lavoro in più.

Rimane stabile  il numero delle donne inquadrate come operaio, “dato  riferito alle restauratrici”  e diminuisce  poi il numero degli stranieri: 2020 nel 2019 contro i 2049 di un anno fa.

I lavoratori sindacalizzati sono 4639 , ovvero, il 74,9% del totale e tra le tre organizzazioni sindacali, ha aggiunto il Segretario Provinciale Politi , proprio la Fillea Cgil risulta essere quella maggiormente rappresentativa con il 46,51%, seguita da Feneal Uil con il 28,72% e poi da Filca CISL con il 24,77%.

E’ doveroso ricordare – ha sottolineato POLITI –  che il dato Cassa Edile non tiene conto degli impiegati e tecnici di cantiere, ma analizza solo i flussi che riguardano gli operai. Inoltre lo scenario presentato contempla anche i dati inerenti le aziende che operano  nel  Terzo Valico che falsano in positivo il settore, e incidono per il 13% sui lavoratori occupati, circa 800, (tenendo in considerazione solo gli operari edili) e il 3,3% delle aziende occupate ( anche qui naturalmente solo le aziende che applicano il contratto dell’edilizia).”

Al netto del Terzo Valico quindi il “settore non esce dalla crisi che oramai attanaglia tutti da più di 10 anni. Per questo, senza investimenti mirati nella riqualificazione e nella messa in sicurezza del territorio, alla fine della grande opera, il  rischio è di ritrovarci un settore moribondo.”

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